Fiat di Melfi: gli operai con Progetto Comunista contro la deriva governista del Prc!

 
 
 
Come abbiamo detto e scritto tante volte anche sul nostro giornale: o si sta con gli operai di Melfi o si sta con Prodi-Montezemolo; o si sostiene l'ipotesi bertinottiana di un Prodi bis con i ministri del Prc seduti a fianco di Treu, Amato, D'Alema e Rutelli o si sostiene l'opposizione di classe al prossimo governo confindustriale, per costruire l'alternativa operaia. Gli operai di Melfi non hanno dubbi su quale sia il loro versante della barricata... Al congresso del circolo di fabbrica del Prc a Melfi la nostra mozione congressuale  ("Per un progetto comunista", terza mozione) stravince. Questo importante risultato -che arriva dopo un'analoga vittoria nel circolo di fabbrica della Fincantieri di Genova, altra punta avanzata dello scontro di classe e delle lotte di questi anni- ha per noi un significato importantissimo ed è di grande incoraggiamento per le centinaia di compagni e di compagne che stanno impegnando le loro energie militanti in questi giorni nella difficile battaglia congressuale (che stiamo affrontando con mezzi impari rispetto all'apparato di funzionari, parlamentari e assessori messo in campo dalla maggioranza e da altre mozioni).
Riproduciamo qui sotto, tra i tanti, gli articoli pubblicati con grande risalto dalla Repubblica e dal Corriere della Sera, con le dichiarazioni del nostro portavoce Marco Ferrando.
 
Francesco Ricci
 

(DALLA REPUBBLICA DI MARTEDI' 25 GENNAIO)
 

PRC, ALLA FIAT DI MELFI VINCONO I TROTZKISTI

 
"In attesa di finte primarie, Bertinotti perde quelle in fabbrica". Marco Ferrando, il leader della minoranza trotzkista di Rifondazione, guarda ai risultati del circolo della fabbrica Fiat di Melfi e critica il segretario. "Mentre Fausto Bertinotti riceve dagli ambienti liberali il premio del 'miglior politico' dell'anno, gli operai comunisti della Fiat di Melfi respingono la sua svolta governista" dice Ferrando. Secondo il leader trotzkista, "il congresso del circolo di fabbrica del Prc a Melfi ha infatti bocciato a larga maggioranza la svolta del segretario sostenendo con il 72% dei voti la mozione congressuale alternativa di Progetto Comunista, sinistra del Prc". Secondo il leader della minoranza, il caso di Melfi non è isolato. La linea del segretario sarebbe stata sconfitta anche in altri luoghi di lavoro. Perché, spiega Ferrando, "come già al congresso operaio della Fincantieri di Genova e in diverse fabbriche, protagoniste della nuova stagione di lotte i lavoratori comunisti rifiutano di subordinarsi ad un governo liberale della Gad sospinto dai poteri forti e considerano irrinunciabile una opposizione comunista e di classe in Italia."
 
 

(DAL CORRIERE DELLA SERA DI MERCOLEDI' 26 GENNAIO)

 
GLI OPERAI TROTZKISTI DELLA FIAT


DAL NOSTRO INVIATO A MELFI
MELFI - Gli operai trotzkisti della Fiat hanno due certezze. Questo è un cielo da neve. E Fausto Bertinotti vincerà il suo congresso. Così, rabbrividendo soddisfatti, fanno quello che possono. Tirano su il colletto della tuta amaranto e raccontano di come, «l'altro giorno, il segretario siamo riusciti a metterlo in minoranza almeno qui, tra le catene di montaggio».
Il circolo di fabbrica del Prc ha tenuto infatti il suo piccolo precongresso e ha bocciato, a larga maggioranza, la svolta politica di Fausto Bertinotti: l'idea di vederlo elaborare un programma di governo con Romano Prodi e Francesco Rutelli piace a pochi e così a prevalere è stata la mozione congressuale alternativa «progetto comunista», la terza di cinque mozioni, con il 72% dei voti. A presentarla è stato il leader della minoranza trotzkista di Rifondazione, Marco Ferrando, che telefona per ringraziare: «In attesa delle finte primarie, Bertinotti continua a perdere quelle in fabbrica. Vorrei ricordare che abbiamo infatti già avuto un analogo successo al congresso operaio della Fincantieri di Genova».
Anche Bertinotti, in verità, vince, e in modo quasi bulgaro, nelle fabbriche: alla Fiat di Pomigliano d'Arco, per dire, la sua mozione ha ottenuto il 95,5% dei consensi. Ma non è questo il punto. «Infatti, il punto è un altro: perché Fausto perde proprio qui a Melfi e a Genova?», s'interroga Antonio D'Andrea, 41 anni, operaio nel reparto «verniciatura» e delegato Fiom-Cgil dal '98. «La risposta è semplice: perché qui e a Genova, le battaglie sindacali dure e radicali hanno dato risultati importanti. E l'idea di ammorbidirci, pur di stare con Prodi, non ci convince». Aggiunge Vincenzo D'Ambrosio, 33 anni, da 8 alla Sata, la Società automobilistica tecnologicamente avanzata del gruppo Fiat: «Ci sono gli operai e ci sono i padroni. Perché Fausto vira verso di loro?».
Questi operai si sono contati domenica, dopo ore di discussione: 23 voti a favore di Ferrando e 9 di Bertinotti. «E mancavano 11 compagni», dice Giuseppina Imprenda, che ha votato per la mozione del segretario e che ricorda come comunque, rispetto all'ultimo congresso, nel 2002, «gli iscritti a Rifondazione siano quadruplicati». Un fatto abbastanza spiegabile: nei giorni della rivolta, qui a Melfi, ma anche a Scanzano Jonico, che si ribellava per l'arrivo delle scorie nucleari, i dirigenti di Rifondazione erano infatti numerosi tra i manifestanti e soprattutto qui, fuori dai cancelli, tutti ricordano Nichi Vendola e le sue mediazioni con le forze dell'ordine. «Ma, appunto, questo dovrebbe averci insegnato come fondamentale sia il rapporto tra movimenti e leader - riflette Emanuele De Nicola - No no... io a Fausto continuo a credere».
Discorsi e speranze che, a Roma, vengono ascoltati con comprensibile interesse. Franco Giordano, capogruppo del Prc alla Camera e tra i primi firmatari della mozione di Bertinotti: «Melfi non è una fabbrica qualsiasi. Ma proprio per ciò che lì è accaduto, con Fausto sentiamo il dovere di offrire agli operai anche una prospettiva di governo democratico».
Comincia a nevicare. I trotzkisti avevano ragione.
 
Fabrizio Roncone