A cosa serve il gruppo parlamentare del PRC?
Tanto
tempo fa nel movimento comunista s'intendeva la partecipazione alle istituzioni
rappresentative borghesi, parlamento in primo luogo, come possibilità di
propaganda e agitazione delle organizzazioni rivoluzionarie. Lenin in questo
senso vedeva la partecipazione dei bolscevichi agli organismi elettivi russi
prerivoluzionari. In tempi più recenti, anni ottanta, un vecchio volpone della
propaganda quale era Mario Capanna definiva i parlamentari di Democrazia
proletaria come le sentinelle del proletariato nelle istituzioni. Mentre nel PCI
del dopoguerra, ormai privo di ogni intento rivoluzionario, i parlamentari erano
completamente integrati nel gioco della democrazia rappresentativa borghese.
In
Rifondazione Comunista il ruolo degli eletti in parlamento non è mai stato
oggetto di una reale riflessione che portasse ad un definizione del ruolo dei
comunisti nelle assemblee elettive. Anzi il più delle volte l'operato di
deputati e senatori del Prc è sconosciuto non solo alle grandi masse cui ci si
dovrebbe rivolgere, ma anche ai dirigenti e militanti del partito.
Sicuramente
non si può dire che la presenza in parlamento venga utilizzata dal Prc per fare
propaganda, tanto meno che gli onorevoli comunisti siano le sentinelle del
proletariato nelle istituzioni, fa sorridere il solo pensarlo considerata la
storia politica e le recenti svolte di alcuni parlamentari eletti dal Prc.*
Ma
che cosa fanno realmente allora senatori e deputati del Prc? Per saperlo occorre
scorrere le pagine del sito internet della camera dei deputati, così si
scoprono cose molto interessanti. Progetti di legge ed iniziative varie ne sono
elencate a bizzeffe tra quelle firmate da esponenti del Prc. Ma per capire il
senso di questa intensa attività ho pensato di prendere a riferimento i disegni
di legge scaturiti da un evento che ha coinvolto direttamente centinaia di
migliaia di persone e come fatto mediatico diversi milioni, ovvero i fatti di
Genova del luglio 2001.
Prima
proposta di legge (n.1639) _Norme in materia di identificazione delle forze
dell'ordine", presentata il 24 settembre 2001, a firma Deiana, Pisapia e
Mascia, tutti del PRC. A poche settimane dai fatti di Genova l'iniziativa
legislativa del PRC si concretizza in questa legge che obbligherebbe i tutori
dell'ordine costituito a portare segni di riconoscimento immediatamente
identificabili, utilizzando anche appositi contrassegni sui caschi protettivi.
Utilissimo! Poi, ci ricorda la relazione di accompagnamento alla legge, che non
si tratta di tutelare solo i poveri manifestanti, ma di salvaguardare il buon
nome degli eroi in divisa da poche mele marce che ne macchiano l'onore: _(_)Lo
scopo della nostra proposta di legge è introdurre delle modalità di
individuazione che, ove fosse richiesto dalle circostanze, tutelino quanti
tengono, e sono naturalmente la maggioranza, comportamenti conformi alle norme e
alle circostanze.(_)".
A
Genova, è cosa nota e documentata, vi erano molti infiltrati di polizia e
carabinieri tra i manifestanti, sorge spontanea una domanda: anche questi
dovranno portare segni di riconoscimento?
Seconda
proposta di legge (n.2955) _Modifica all'art.54 della Costituzione in materia di
ottemperanza agli obblighi costituzionali", prima firmataria Elettra Deiana
del PRC, seguono firme di deputati del PdCI, dei DS, dei Verdi e quasi tutto il
gruppo parlamentare di Rifondazione. Il titolo è criptico, il contenuto della
modifica costituzionale proposta consiste nell'introduzione del diritto/dovere
alla disobbedienza civile. Dopo tre pagine di relazione sbrodolosa con
esaltazione della Costituzione e dei suoi valori si arriva finalmente al breve
testo di legge: "Qualora i pubblici poteri violino le libertà fondamentali
e i diritti garantiti dalla Costituzione, laddove non siano azionabili altri
rimedi previsti dall'ordinamento, la disobbedienza civile, individuale e
collettiva, è un diritto e un dovere di ogni cittadino e cittadina."
Finalmente la disobbedienza civile può entrare nella costituzione! Magari tra
qualche anno troveremo Casarini e le tute bianche tra i padri della Patria!!
Terzo
Progetto di legge (n.3042) del 18 luglio 2002 _Norme per l'istituzione di un
codice etico di condotta per gli appartenenti alle Forze dell'ordine",
prima firmataria Gloria Buffo della sinistra DS, seguono firme di deputati di
tutto il centrosinistra e 6 del Prc.
I
parlamentari promotori prendono atto che a Genova e Napoli nel 2001 poliziotti e
carabinieri sono stati un po' birichini e quindi si tratta di inserire
nell'ordinamento alcune norme di condotta che obblighino i tutori dell'ordine al
rispetto dei diritti umani. La relazione della legge è chiara: _(_) I fatti di
Napoli e Genova in particolare hanno evidenziato la necessità di restituire un
ruolo di promozione dei diritti di cittadinanza alle Forze dell'ordine.(_) Poche
norme, chiare, sui comportamenti ammessi e quelli vietati, sul fine che deve
ispirare l'azione di polizia, sul ruolo importante che le Forze dell'ordine
possono e devono svolgere a protezione dei diritti umani(_)". Insomma si
ricorda che la tortura in Italia è vietata e anche chi manifesta è un essere
umano con pieni diritti. Fondamentale all'art.3 della legge il comma i): _gli
appartenenti alle Forze dell'ordine devono seguire un addestramento iniziale e
corsi di aggiornamento successivi, con cadenza periodica, sui diritti
umani".
E
se queste leggi, frutto del sudore della fronte dei nostri onorevoli venissero
davvero approvate cosa cambierebbe? Cosa succederebbe nelle piazze italiane
durante situazioni come Genova 2001? Facciamo due ipotesi.
Ipotesi
uno, nello spirito del legislatore (si usa dire così).
Carica
violenta della Polizia contro un gruppo di Black bloc. Tu povero manifestante
cadi nella calca, ti sloghi una caviglia mentre sei accecato ed in preda a
conati di vomito effetto dei lacrimogeni; un celerino ti si avvicina, alza il
manganello, ma ti vede a terra indifeso mentre alzi le mani, il celerino allora
si ricorda delle leggi di cui sopra, quindi ti aiuta a rialzarti, si toglie il
casco e ti offre la sua maschera antigas e sorridendo ti accompagna fuori dalla
mischia per soccorrerti meglio.
Ipotesi
due, nello spirito dello sbirro.
Carica
violenta della polizia, con l'ausilio di blindati lanciati a 70 KM all'ora,
contro un sit-in pacifista. Tu povero manifestante cadi nella calca, ti sloghi
una caviglia mentre sei accecato ed in preda a conati di vomito effetto dei
lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo; un celerino ti si avvicina e comincia a
menarti con il manganello dalla parte del manico. Tu gli ricordi che la
Costituzione prevede il diritto/dovere alla disobbedienza; arrivano altri tre
celerini che cominciano a prenderti a calci nello stomaco e nella schiena; fai
presente che in quanto operatori delle Forze dell'ordine devono attenersi al
codice etico; mentre sei sanguinante a terra e quelli continuano a menarti ti
ricordi che puoi sempre prendere il loro numero di matricola scritto sui caschi
e poi denunciarli, però, ahimè, non vedi un cazzo per i lacrimogeni e quindi
ti tieni le botte. La serata la passi in manette a Bolzaneto, dove sei al centro
della rievocazione storica della prigione delle SS a via Tasso a Roma. Dopo
alcuni giorni di isolamento al carcere di Alesssandria vieni rilasciato.
Tranquillo,
10, 100, 1000 interrogazioni parlamentari ti vendicheranno!
*Basti
pensare al senatore Livio Togni, noto domatore di leoni, eletto in
Emilia-Romagna come indipendente, la cui candidatura venne imposta dallo
stesso Bertinotti. Togni come noto rifiutò di schierarsi contro la guerra
in Afghanistan, anzi rilasciò ai giornali locali dichiarazioni a favore
dell'azione militare imperialista. Più recentemente il capogruppo in senato
Gigi Malabarba intervenendo in aula ha citato come riferimento positivo
l'opera di Einaudi!