Scanzano Jonico
La gente del Sud sconfigge Berlusconi
di Michele Rizzi
"Il decreto sarcofago è stato ritirato; questo governo antipopolare è
stato battuto dalla fierezza e dalla combattività della povera gente lucana.
Nessun governo dovrà pensare di seppellire ancor più il nostro
futuro."Così gli altoparlanti di uno speaker improvvisato, all'indomani
del ritiro del decreto del governo Berlusconi. Il decreto del 13 novembre
avrebbe dovuto riversare su Scanzano circa 80.000 metri cubi di rifiuti
radioattivi, con un tempo di vita di migliaia di anni, con la previsione di
stoccaggio di circa 90.000 metri cubi di rifiuti nucleari provenienti da quattro
centrali nucleari dismesse (Latina, Trino, Caorso e Garigliano) e altre 500
tonnellate da ospedali, centri di ricerca ed aziende. A gestire l'operazione il
governo nomina il generale Carlo Jean (P2), a nome della Sogin che completerebbe
l'operazione entro il 2008. Il governo Berlusconi, sotto le pressioni della Lega
di Bossi, tenta dunque di scaricare una immane quantità di rifiuti
pericolosissimi in una zona bellissima che tenta di sopravvivere grazie
all'agricoltura e al turismo, che rischiano di vedersi compromessi. Alla fine,
creando molti mal di pancia tra i centristi dell'Udc e la stessa An (nonostante
il sindaco di Scanzano, Altieri sia nazional-alleato), l'asse Lega-Forza Italia
impone con il decreto controverso la creazione di un sito unico per il
seppellimento delle scorie, naturalmente nel Sud e in una Regione amministrata
dall'Ulivo. Decido a questo punto di recarmi sul posto con alcuni compagni dalla
vicina Puglia per tastare il polso al moto di ribellione popolare. La Statale
106 jonica che collega Calabria a Puglia, la Basentana Taranto-Salerno e la
Salerno-Reggio Calabria, rimangono per diversi giorni sbarrate al traffico, così
come la Ferrovia, tagliando di fatto la Lucania dal resto dell'Italia. La
mobilitazione è imponente: ovunque ci sono capannelli di gente che discute e
urla il suo disappunto contro questo governo "di rapina e
antimeridionale". "Non che i governi precedenti abbiano avuto
particolare riguardo per il Sud" ci dice un militante Rdb del materano,
"a parte i soldi regalati al padronato, sotto forma di detassazioni e
decontribuzioni che hanno ingrassato chi è venuto a colonizzare il nostro
territorio, per poi scappare con il bottino". "Siamo esasperati e
pronti a dare una spallata al governo anche dal profondo Sud, con la nostra
gente e la nostra combattività" mi dice un anziano compagno di Potenza che
per l'occasione rispolvera un vecchio striscione contro il nucleare. "
Guarda quest'asino" - dice Vincenzo - "pensavano di farci digerire
come sempre ogni decisione antipopolare, ma noi abbiamo la testa più dura
dell'asina Nicoletta". "Adesso calano da Roma, Castagnetti e soci del
Centrosinistra e ci vengono a raccontare favole, parlando di loro visione
alternativa di sviluppo per il Sud rispetto al governo attuale, ma noi grosse
differenze non ne abbiamo viste. Regione sfruttata ed oltraggiata eravamo quando
governavano loro, regione sfruttata ed oltraggiata siamo adesso con Berlusconi e
Tremonti. Lor signori vogliono dalla Lucania così come dalle altre regioni del
Mezzogiorno esclusivamente braccia per mandare avanti le aziende del Nord; i
nostri giovani emigrano come negli anni '60, sradicati dalla loro Terra,
lasciando qui solo un cumulo di macerie", afferma perentoriamente Antonio,
uno degli organizzatori dell'imponente mobilitazione. Ovviamente c'è anche in
questo caso, come sempre accade, chi pensa di poter far buoni affari con chi
viene a ri-colonizzare il tuo territorio: è il caso del sindaco Altieri di An e
del suo entourage politico-imprenditoriale, che mentre la gente cominciava ad
organizzare la lotta, trattava con il governo la cifra dell'affitto annuale per
depositare le scorie nucleari. Di questo si accorge persino The Guardian che di
Altieri scrive: "Un minuto prima dichiara che il sito è una condanna a
morte per la sua città, il minuto dopo dice che i suoi cittadini non sanno
quanto ciò sia buono perché lo Stato pagherà 25 milioni di euro di affitto
per l'area sotterranea". Ovviamente il partito trasversale della
speculazione è sempre pronto a fare buoni affari con sfruttatori nuovi e
vecchi: questa zona è bellissima, con un mare pulitissimo ed ha già dovuto
essere saccheggiata da
villaggi turistici ed affini, con il consenso di tutto "l'arco
costituzionale" politico, nessuno escluso, facendo vincere tra l'altro il
ricatto occupazionale. Così un contadino di Policoro, con un megafono sul suo
trattore: "Il governo Berlusconi pensa di poterci comprare il futuro con
degli spiccioli, per scaricarci tutte le scorie della nazione, come se la gente
meridionale fosse talmente idiota da farsi imbrogliare. Proponiamo che il
cimitero di scorie lo si costruisca ad Arcore. La nostra lotta andrà avanti
fino alla sconfitta del Governo e al ritiro dell'infame decreto". In
effetti la lotta, sviluppatasi per diverse settimana, attraverso l'occupazione
di ferrovie, strade locali e nazionali, comizi spontanei, manifestazioni di
migliaia e migliaia di persone, ha avuto un carattere prorompente prolungato
fino a quella che è stata la sconfitta del governo nazionale, che ha dovuto
ritornare sulle sue decisioni e ritirare il decreto, "scappando con la coda
tra le gambe". La gente meridionale, troppe volte violentata, sdradicata,
occupata, dice no a questo ennesimo sopruso antipopolare e sconfigge nettamente
il Governo, senza alcuna mediazione di sorta, come quella proposta da alcuni
parlamentari centristi. Le scorie a Scanzano non arriveranno mai. "Adesso
Berlusconi deve essere cacciato con il suo governo", mi dice una ragazzina
di dodici anni, mentre mi appresto ad entrare in auto per rientrare in Puglia;
dopotutto una rivendicazione elementare e necessaria che imporrebbe
un'alternativa di governo dei lavoratori e della gente che non vuol più farsi
umiliare e sfruttare, come quella lucana appunto.