Per la costituzione di comitati contro la guerra

  La lotta nelle scuole e nelle Università

 

di Alessandro Leni

 

Quando questo numero di Progetto comunista uscirà la guerra all’Iraq sarà probabilmente ancora in pieno svolgimento: ciò riconferma che è urgente la costituzione dei comitati contro la guerra nelle scuole e nelle Università. È questo il compito che gli studenti comunisti, marxisti rivoluzionari, devono svolgere: entrare, nel caso ancora non ne facessero parte, nei collettivi studenteschi presenti nei licei, nelle facoltà universitarie, facendo in modo che essi si sviluppino fino a diventare dei comitati permanenti contro la guerra. Non solo contro questa che Bush e i suoi vassalli hanno iniziato, ma anche contro tutte le guerre imperialiste presenti oggi nel mondo: quella dello “stato fantoccio” di Israele contro i palestinesi, quella del nuovo zar Vladimir Putin contro i ceceni, quella della Turchia parafascista contro i curdi (e l’elenco potrebbe continuare, purtroppo).

È chiaro che non è facile costituire comitati contro la guerra nei collettivi che esistono e che per la maggior parte sono preda di tendenze riformiste (stile Uds-Udu) o in altri casi sottoposti all’“egemonia” disobbediente od opportunistica (stile Lotta Comunista). Tuttavia è necessario e possibile sviluppare una battaglia decisa da marxisti e rivoluzionari: non a caso Lev Trotckij ci diede questa indicazione chiara molti decenni fa: “Dobbiamo marciare uniti nel lavoro e nella disciplina rivoluzionaria”.

È quello che stiamo cercando di fare come studenti rivoluzionari (pochi ma agguerriti) a Genova, città tradizionalmente difficile per una battaglia rivoluzionaria tra gli studenti, specie negli ultimi anni con il dilagare della pratica della disobbedienza. Negli ultimi mesi è nato un movimento degli studenti universitari genovesi ufficialmente senza un chiaro indirizzo politico, ma di fatto con una partecipazione di vari gruppi politici (anarchici, disobbedienti, giovani comunisti, giovani di Lotta Comunista) ma anche di vari ragazzi con una non ben definita idea politica. Questa confusione programmatica è però un terreno molto fecondo per la battaglia per l’egemonia del progetto rivoluzionario tra i giovani. Solo con il passare delle settimane si potrà vedere la reale forza e influenza di questo movimento e come giovani marxisti sarà fondamentale il nostro contributo militante, e in particolare di analisi della situazione internazionale. Occorre infatti spiegare ai giovani che sono contro la guerra che essa non è fatta per un motivo casuale dai signori del mondo, ma per il semplice motivo che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, o, per dirla da comunisti, che l’imperialismo è la fase suprema del capitalismo (Lenin), e che quindi un’analisi vera di tutti i fattori che portano a questo è necessaria ed indispensabile. Inoltre non bisogna dimenticare che la guerra è un atto strettamente collegato ad altri temi scottanti di questi mesi: la battaglia referendaria per l’estensione a tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’art. 18 e per l’abolizione dei buoni scuola nella regione Liguria. Il compito dei compagni e delle compagne che fanno e faranno parte dei comitati contro la guerra è anche quello di spiegare a studenti e lavoratori del mondo dell’istruzione che tutte queste battaglie sono strettamente legate tra di loro e che quindi quando si comincia a lottare per una si finisce poi per lottare per tutte.

Questa è la battaglia che abbiamo combattuto, stiamo combattendo e combatteremo ancora nelle diverse realtà di Genova e nelle altre realtà nazionali dove siamo presenti. Solo così facendo gli studenti dell’amr Progetto comunista riusciranno ad evitare che il pur apprezzabile interesse manifestato dai giovani studenti per il tema della lotta alla guerra si fermi ad un appoggio teorico che non va oltre. Il nostro compito deve essere quello di mettere in guardia gli studenti dalle tranquillizzazioni riformiste di certa parte delle strutture studentesche odierne o dal falso massimalismo di tal altre.

Rosa Luxemburg diceva che “la conquista del potere politico resta il nostro scopo finale e lo scopo finale resta l’anima della nostra lotta”: ovviamente questa lotta deve passare anche e soprattutto per i comitati contro la guerra nei luoghi di studio e di formazione.