Per il ritiro immediato e incondizionato delle truppe dall’Iraq*

 

Il VI congresso del Prc esprime una forte denuncia del ruolo dell’imperialismo in Iraq e delle sue forze d’occupazione, americane, inglesi e italiane. E ne chiede l’immediato e incondizionato ritiro.  

Contrariamente alla propaganda delle forze occupanti e alla copertura loro fornita dall’Onu, la finalità dell’occupazione dell’Iraq non ha niente a che vedere né con la cosiddetta lotta al terrorismo né con la cosiddetta costruzione della democrazia: essa riguarda essenzialmente il controllo delle risorse petrolifere dell’Iraq, la conquista di una posizione strategica negli equilibri internazionali e mediorientali, la volontà in particolare dell’amministrazione Bush di affermare la propria politica imperiale.

Oggi le crescenti difficoltà delle forze d’occupazione di fronte alla resistenza irachena, la stessa indicazione emersa dalle elezioni farsa del 20 gennaio, che hanno duramente penalizzato il partito americano di Allawi, inducono l’amministrazione americana a ricercare, nel proprio interesse, una più larga copertura e un coinvolgimento europeo, in particolare francese. A loro volta Francia e Germania vedono nelle difficoltà americane l’occasione di ritornare in campo e rinegoziare una collaborazione con gli USA, all’insegna del multilateralismo.

Questo processo oggi in atto e dagli sbocchi incerti non riflette affatto la comune ricerca della “pace” in Irak: ma la comune ricerca di un equilibrio di spartizione dell’Iraq e del Medio Oriente tra diverse potenze coloniali. In Irak, dopo il 20 gennaio, continua il saccheggio quotidiano delle risorse, la privatizzazione dell’economia, l’azione quotidiana di repressione e tortura delle forze occupanti ai danni di combattenti e civili irakeni. Le gesta terroristiche di Al Zarquawi e Al Qaeda, tanto enfatizzate in Occidente, non possono rimuovere questa realtà.

In questo quadro generale il VI Congresso nazionale del Prc impegna tutte le organizzazioni del partito a rilanciare con forza, nel movimento contro la guerra e nel movimento operaio, una campagna di massa per il ritiro immediato e incondizionato dall’Irak di tutte le truppe imperialiste. Il passo indietro compiuto dal nostro partito su questo terreno, in direzione dell’affidamento all’ONU della programmazione del ritiro rappresenta un errore. Significa subordinare il ritiro delle truppe ai negoziati internazionali tra le potenze occupanti e coloniali. E’ questa la posizione della Fed, non è la posizione del Prc.

La rivendicazione del ritiro immediato e incondizionato delle truppe non può essere abbandonata. Al contrario costituisce tanto più oggi nell’attuale scenario internazionale l’unico riconoscimento del diritto di autodeterminazione del popolo irakeno e della sua libertà dal colonialismo.

 

Marco Ferrando

Claudio Grassi

Salvatore Cannavò

 

*Questo è l’ordine del giorno sul ritiro immediato delle truppe che è stato presentato dalle minoranze al Congresso nazionale a Venezia. L’ordine del giorno – che pure non è passato in commissione politica per un pugno di voti - è stato respinto dalla maggioranza, che ha preferito contrapporvi un vago ordine del giorno centrato sulla vicenda Sgrena. E’ la dimostrazione del fatto che su tale argomento la maggioranza preferisce glissare, viste le ripetute dichiarazioni di Bertinotti che, per rassicurare gli alleati ulivisti, parla ormai di “ritiro programmato” delle truppe: di fatto una rinuncia alla parola d’ordine del ritiro immediato e incondizionato.

Fabiana Stefanoni