Elezioni in Friuli V.G.

UN CAFFE’ PER IL SEGRETARIO

 

di Michele Terra

 

Si è conclusa vittoriosamente la campagna elettorale del centrosinistra e Rifondazione in Friuli con l’elezione a Presidente della Regione del deputato Riccardo Illy, noto industriale del caffè e già sindaco di Trieste.

Come abbia potuto la maggioranza del PRC, con in prima fila lo stesso Bertinotti, sostenere questa alleanza con un esponente del padronato è davvero una vergogna, basta vedere il programma elettorale del candidato.

Il sito internet www.riccardoilly.it è davvero una miniera di informazioni in questo senso.

La prima a colpo d’occhio: nell’elenco di partiti e liste che sostengono Illy non appare il simbolo di Rifondazione. Svista o demenziale omissione per non impaurire il cosiddetto elettorato moderato? Chissà?

Interessante il programma presente nel sito. Il candidato Illy considera necessario “Ricollocare (piuttosto che “delocalizzare”) le aziende ad Est, lungi dall’essere un pericolo, può rilanciare l’occupazione più qualificata e disinnescare la congestione industriale del territorio regionale, spesso privo di un’adeguata pianificazione urbanistica.” Ovvero per il candidato sostenuto dal PRC bisogna spostare le attività industriali dal Friuli ai paesi dell’est europeo, così da poter sfruttare gli operai a 200 euro al mese e lasciare disoccupati quegli italiani.

Il discorso privatizzazioni è affrontato senza mezzi termini: “E’ essenziale, infine, per la modernizzazione del sistema produttivo regionale, che la Regione accompagni il completamento delle privatizzazioni, come nel caso della Fincantieri, per evitare il rischio di trasferimento o ridimensionamento di sedi legali e produttive che impoverirebbero il tessuto economico regionale”.

Se dal sito si scarica l’opuscolo elettorale di Illy si possono imparare altre notevoli cose interessanti.

Le prime due righe sembrano scritte da Bossi: “Cari cittadini del Friuli Venezia Giulia, so che siete stanchi dei politicanti e della politica di bassa lega, distante dalla gente, fatta da pochi nell’interesse di pochi, fatta di scelte imposte da Roma che trasformano i cittadini in sudditi (..)”.

Riccardo Illy è una persona seria che tiene alla famiglia tanto da spiegare nell’opuscolo che “(…)guardo mia figlia Daria e voglio garantirle un domani di pace, di serenità, di lavoro, proprio come voi con i vostri figli (…)”. Come Illy voglia garantire il lavoro dei figli degli elettori lo capiamo da un’intervista all’Unità del 12 giugno: “(…)D: Lei domenica va a votare per i referendum? R.: No. Con la tristezza nel cuore, perché ho sempre votato, considero che il voto sia un dovere, oltre che un diritto. Ma in questo caso mi pare più giusto il non-voto. D.: Perché? R.: Temo l’effetto boomerang. Se si raggiunge il quorum, è chiaro che prevalgono i si. Il risultato vero sarà che le piccole imprese si butteranno nel precariato.”

Il neo presidente del Friuli è un onesto lavoratore tanto da dichiarare: “(…)So che, che proprio come me, credete nel lavoro, che ripaga di tante fatiche: amo il mio lavoro, non è un segreto per nessuno(..)”. Chissà se anche gli operai della Fincanteri che Illy vuole privatizzare amano il loro lavoro e cosa ne pensano quelli che gli raccolgono il caffè nelle piantagioni.

Il sostegno del PRC a questo personaggio rimane ancor di più un mistero leggendo il capitolo del depliant dedicato a lavoro e sviluppo: “LA POLITICA DELLO SVILUPPO – Con una nuova legge quadro a testo unico, la Regione permetterà l’accesso a finanziamenti agevolati a tutte le imprese che vogliano investire, innovare, e acquisire mercati internazionali, specie verso i Paesi dell’Est che stanno per entrare nell’Unione Europea. (…)”

E Bertinotti che dice? Citiamo dal Piccolo di Trieste dell’11 aprile: “Col centrosinistra senza se né ma”, “Quella raggiunta è un’alleanza piena, programmatica, tra tutte le forze del Centrosinistra”, “un programma in cui ci identifichiamo totalmente”.

Infine il pensierino che Illy ha dedicato a Progetto Comunista nella sua sopracitata intervista all’Unità: “D.: Entra in giunta anche Rifondazione? R.: Credo di si. D. La “sinistra” di Rifondazione, da Roma, si è detta contrarissima. R.: De minimis…Io ho rapporti con la segreteria regionale: chiederò di indicarmi una rosa di nomi, e sceglierò il più professionale”.