Elezioni
in Sardegna: il Prc abbraccia il padrone Soru
Progetto
Comunista o Progetto Sardegna
conflitto
di classe e conflitto di interessi
di
Federico Angius
Lo
scontro tra le due anime della maggioranza nel partito sardo
Quando
alcuni mesi fa, all’apice del conflitto tra componente grassiana e
bertinottiana del Prc, esercitato in Sardegna dai massimi dirigenti delle due
aree di maggioranza, diversi compagni si proponevano a noi come dei “compagni
di strada”, la nostra area affrontava lo scontro nei termini di equidistanza,
che da sempre la contraddistinguono. L’avvicendamento ai vertici per la
gestione della linea politica riformista del Prc si giocava su basi
diametralmente omogenee. I fatti dimostrano, ed hanno dimostrato che i due ceppi
dirigenti di maggioranza in Sardegna pari erano e sono sul piano dell’identità
politica e programmatica ancorché si possa dimostrare alcuna divergenza sul
fronte gestionale, basti pensare che l’atteggiamento di fronte alla sinistra
del partito è tutt'altro che dissimile nelle varie federazioni sarde.
Quando
affrontavamo tutto ciò si è sviluppato dentro Progetto Comunista un dibattito
sulla questione della lotta alle forze borghesi ovunque esse ponessero le basi
di un attacco al proletariato e rilanciare semmai la progettualità
dell’anticapitalismo. Il prodotto di questo dibattito è stato il rilancio
dell’organizzazione di Progetto Comunista e il suo rafforzamento.
Entro
questo filtro strumentale si inseriva la parola d’ordine della cacciata della
destra e della resistenza alle sirene del centrosinistra dietro le quali si
stagliava l’ombra dell’altra faccia del capitalismo italiano.
In
tutta chiarezza in questo contesto di obiettivi e nel confronto con le altre
forze del partito si inserisce il criterio selettivo nella scelta dei compagni e
delle loro aree nella dialettica programmatica.
Va
da sé che in questa ottica le accuse di settarismo che da più parti ci piovono
addosso, sono tanto stupide quanto chi le formula. Nei nostri confronti si è
scatenata la campagna diffamatoria della maggioranza sul tema del nostro
presunto disimpegno; non è che uno degli aspetti attraverso cui si manifesta la
poliedrica e multiforme capacità di distogliere l’attenzione dei compagni
dalle responsabilità dei dirigenti nelle gravi scelte che hanno pesato sul nodo
elettorale, pesano sull’agire politico, peseranno sulla crescita del partito.
Hanno
pesato nella definizione dei candidati; porteremo in consiglio regionale con il
listino il peggio del vivaio politico del nostro partito. Pesano sull’agire
politico che ci vedrà ingessati da un programma schiettamente liberista, anzi
in arretramento rispetto al piano straordinario del lavoro (autentica regalia
per l’imprenditoria sarda), alla sanità e alle fabbriche. Bloccati dal
conflitto di interessi dell’omino di Sanluri, pedine noi del suo progetto,
pedina questo di un progetto più vasto della segreteria nazionale Ds, pedina
essa stessa della borghesia capitalista.
Il
"compagno" Soru
Intervenendo
a un dibattito in campagna elettorale a Cagliari, a fianco del compagno
Bertinotti, il candidato del centrosinistra, padron Soru, ha esordito salutando
"compagni e amici". Ma chi è il "compagno" Soru?
Un
uomo forgiato nei cantieri del terzo polo di Colaninno, che lo strappò alla
redditizia attività di… becchino per offrirgli l’altrettanto redditizia
attività di… becchino, stavolta del proletariato.
Un
uomo che "si è fatto da sé" e non chiede aiuto alle istituzioni, che
affermò davanti a plaudenti studenti della facoltà di economia e commercio di
Cagliari di essere stato unico artefice della propria fortuna e li invitava a
rifiutare come lui ogni aiuto pubblico (il mese successivo inveì violentemente
dalle pagine dell’Unione sarda
contro la regione per non avere ricevuto i finanziamenti che gli occorrevano).
Un
uomo la cui azienda ha perso dall’inizio dell’anno il 40% e, guarda caso,
proprio in coincidenza con le prime avvisaglie di crisi il signor Tiscali è
diventato il signor centrosinistra. È diventato il signor metto tutto a posto
io dopo avere per mesi rifiutato ogni coinvolgimento ed ogni richiamo (fu
elogiato anche dal centrodestra, per le sue vittorie nel campo antioperaio e
antisindacale) a causa della sua sensibilità di sardo, cioè dopo avere fallito
miseramente l’impresa nella telefonia mobile, il futuro disastro dei suoi bond
(ce ne sono tre in circolazione e su ognuno di questi pesa il marchio del crac),
la condanna della corte di giustizia olandese (il valore delle azioni di una
futura controllata dei Paesi bassi, sarebbe stato gonfiato artificiosamente
prima dell’acquisto), il dissesto finanziario del gruppo e, fatto non ultimo,
anzi principe, per noi comunisti i tremila lavoratori della Tiscali divisi in
cosiddetti tecnici informatici, con contratto a tempo indeterminato e per il
resto un esercito di sfruttati sottopagati e precarizzati con il foglio di via
sempre in tasca.
O
con le lotte o con Soru
La
scelta di Soru peserà sul nostro futuro drammaticamente quando confrontandoci
con i lavoratori ci verrà chiesto di rendere conto di questa alleanza con chi
non risolverà il nodo del precariato, non darà risposte al polo operaio in
rotta a causa delle dismissioni, non sanerà la questione della chimica.
Chineremo il capo e opporremmo giustificazioni di maniera e diremo: ci servivano
un consigliere o due per darvi voce contro i padroni che sono con noi al governo
o per impedire a Pili (candidato del centrodestra) di fare ciò che oggi fa Soru
con più sensibilità di sardo?
Quale
pensate che sarà l’atteggiamento del partito di fronte alla rabbiosa reazione
degli operai dei disoccupati e degli studenti? Non dubitiamo che, in un partito,
dove esistono rari lettori e men che meno interpreti del marxismo, ed al
contrario, veri e propri maestri della mistificazione riformista, si troverà
qualche modo per incantarli con gli slogan dell’intransigenza e le promesse,
mai mantenute, della lotta di classe. Riusciranno a far passare l’ennesimo
piano di rinascita per la panacea di tutti i mali. Ma, di nuovo, saranno la
mascelle degli imprenditori a gioire rumorosamente.
Intanto
il rumore delle pance vuote pian piano muoverà la mano dei diseredati e prima o
poi li porterà a cedere di fronte alle promesse del berlusconismo nostrano.
Progetto
Comunista contro Progetto Sardegna, con i lavoratori
Si!
Oggi i nostri compagni dirigenti -bertinottiani e grassiani, in pieno accordo
politico, al di là del conflitto sotterraneo che li ha sempre fortemente divisi
sui in Sardegna (con reciproci scontri anche personali sui giornali)- preparano
il terreno per il ritorno delle destre al potere. Ecco perché, per i compagni e
le compagne di Progetto Comunista, è fondamentale combattere le forze borghesi
di Progetto Sardegna, il neonato Partito di Soru.
L’affaire sardo non è il peggiore accordo elettorale mai stipulato
prima, perché anche il miglior Soru sarebbe stata un’alleanza antioperaia, un
borghese vale un altro. Come del resto oggi il Prc non è peggiore di ieri, sia
dal punto di vista programmatico che umano, ma anzi compie l’ennesimo passo in
avanti, con una ferrea coerenza decennale, verso un programma di compromesso
riformista e revisionista.
In
questo quadro i Compagni di Progetto Comunista non si sono sentiti in grado di
accettare i pur promessi posti dentro i listini provinciali. Le potenzialità
offerte da un tribuna comunque importante data a ciascun candidato venivano
annullate dal controvalore del programma politico reazionario che saremmo andati
a rappresentare. Abbiamo preferito presentarci in tutte le iniziative ufficiali,
che i vari candidati del partito facevano, per volantinare le nostre posizioni.
In una occasione particolare abbiamo verificato quanto il partito riuscirà a
costringere Soru a politiche più progressiste... Infatti in un comizio che
vedeva la partecipazione di Soru e Bertinotti, il nostro prode Don
Chisciotte ha abbandonato subito la sala non ricambiando gentilezza e amore
dolcemente profuso dalle masse comuniste,
senza nemmeno ascoltare l’intervento del Bertinotti, che sarebbe intervenuto
appena dopo.
Tempo
fa un compagno grassiano ci attaccò chiedendoci: ma voi seguite la linea del
partito o del sindacato? Noi rispondemmo che i comunisti seguono le indicazioni
dei lavoratori, portandole all’interno del partito e nel sindacato. Progetto
Comunista della Sardegna porterà in Rifondazione tali indicazioni: contro tutte
le mistificazioni e i compromessi di bottega, contro la borghesia sarda c’è
una sola speranza: la costruzione di un polo autonomo di classe.
Questo
è il nostro Progetto.