Venezia: ma quale anomalia, solo uno scontro tra lobbies affaristiche trasversali

 

di Antonino Marceca

 

Le TV nazionali e la stampa borghese hanno dato un grande risalto alle vicende del voto amministrativo veneziano. I due candidati sindaco del centrosinistra, Casson e Cacciari, e le rispettive coalizioni sono stati descritti come realmente alternativi. Autorevoli esponenti della sinistra hanno descritto la candidatura e l’eventuale vittoria elettorale di Cacciari come “un pericoloso laboratorio politico di valenza nazionale tale da configurare uno scenario e la prospettiva di un nuovo leaderismo populista e antipartito”. Durante una manifestazione cittadina di commemorazione del 25 aprile autorevoli dirigenti del Prc hanno contestato una dirigente del Correntone Ds, sostenitrice di Cacciari, per aver “accolto i voti della destra neofascista”. Il segretario provinciale del Prc il 10 maggio rivendicava per sè e per Casson l’unica vera opposizione contro la “dis-giunta” di Cacciari, descritta come “un mostro politico, basato sullo svuotamento dei più elementari principi della rappresentanza democratica”. Malgrado i toni la realtà è piena di chiaroscuri. A Venezia il Centro liberale dell’Ulivo si è diviso per linee verticali ed orizzontali investendo i due principali partiti del Centro liberale, Ds e Margherita, oltre che la Cgil.

La divisione si è consumata sul candidato sindaco non sui programmi, infatti il programma di sostegno alla candidatura di Casson è lo stesso di quello firmato da tutti i partiti dell’Unione. Solo dopo la candidatura di Cacciari la Margherita e l’Udeur hanno ritirato la firma dal programma concordato e presentato un proprio programma. Va da sé che i programmi presentati dai due candidati del centrosinistra non rispondono  alle esigenze dei lavoratori ma a quelli della borghesia.

 

Gli schieramenti

Cacciari ha ricevuto il sostegno di larga parte della borghesia della città, della borghesia turistico-alberghiera e dell’Associazione degli artigiani;  di ampia parte del Centro liberale, della Margherita e di diversi settori dei Ds (i fassiniani facenti riferimento al deputato M. Vianello e al segretario regionale De Piccoli, la maggioranza del Correntone); di ampia parte della Cgil sia regionale che della Filcea-Cgil di Venezia.

Casson ha ricevuto il sostegno del vasto settore delle imprese cooperative, di alcuni manager aziendali tra cui V. Vanni presidente dell’Actv, il cui Consiglio di Amministrazione all’inizio di quest’anno inviava 270 euro  di multa ai lavoratori autoferrotranvieri colpevoli di aver rotto la camicia di forza delle norme antisciopero (L. 146/1990) durante gli scioperi per il loro contratto nel dicembre 2003; del sindaco uscente Paolo Costa (Dl-Margherita) rispetto alla cui amministrazione la coalizione di Casson si poneva in continuità (un’amministrazione che si è caratterizzata per i processi di privatizzazione delle ex municipalizzate, per i processi di esternalizzazione dei servizi dati in appalto ad aziende e imprese cooperative, per il dilagare della  precarizzazione tra i lavoratori comunali, per i lauti compensi pagati ai consulenti); di una parte dei Ds (i fassiniani facenti riferimento al deputato A. Martella  e la componente sindacale del Correntone) e di quel che rimaneva dei partiti dell’Unione; della maggioranza della Cdlm-Cgil veneziana che portava in dote alla coalizione di Casson il “patto basato sulla concertazione” appena sottoscritto assieme a Cisl e Uil con gli industriali veneziani. Lo scontro tra i due candidati, seppur contraddittoriamente, ha indotto una dura lotta per l’egemonia nel Centro liberale dell’Ulivo tra la Margherita e i Ds. Lo scontro si è risolto con la vittoria di Cacciari anche grazie ai voti ricevuti nel secondo turno elettorale da settori dell’elettorato di centrodestra. Dopo la sua elezione Cacciari ha iniziato le consultazioni per la formazione di una giunta di centrosinistra.

 

Dopo le elezioni

Tutto il Centro liberale dell’Ulivo e ampia parte della sinistra critica, compresi all’inizio anche i Verdi, hanno espresso la loro disponibilità a partecipare alla giunta Cacciari. I Verdi chiedevano l’assessorato alle politiche sociali, terreno di pascolo delle loro aziende cooperative. Essendo rimasto disponibile l’assessorato all’accoglienza, certamente di prestigio movimentista ma con meno finanziamenti, i Verdi declinavano l’invito ad entrare in giunta. L’ex pm, ora consigliere comunale, Casson in una intervista a La Nuova Venezia del 17 maggio ha espresso il proprio accordo sul “ testo programmatico presentato dal sindaco” e ha detto di essere disponibile a lavorare per “ricomporre il quadro dell’Unione”. Una ricucitura che dovrebbe portarlo all’assunzione di incarichi amministrativi di rilievo. Il gruppo dirigente di maggioranza del Prc pur evocando il passaggio all’opposizione partecipa, assieme a tutti i partiti dell’Unione, al governo delle Municipalità di Venezia oltre a esprimere la presidenza della Municipalità di Marghera. I Presidenti delle Municipalità, in un quadro ampliato di competenze e poteri, partecipano alle riunioni di giunta. Il Prc, come i Verdi, esce quindi dalla porta ed entra dalla finestra nel governo della città. Lo stesso segretario provinciale bertinottiano nella stessa intervista citata afferma di lavorare per “ricostruire l’Unione”. La subalternità al centro liberale dell’Ulivo e ai poteri forti della città ha comportato la scomparsa del Prc dai luoghi di lavoro e un grave arretramento del consenso elettorale (2000 voti in meno sia rispetto alle elezioni provinciali del 2004 che rispetto alle elezioni comunali del 2000). Una politica  che invece di conquistare consensi tra i lavoratori e le masse popolari sta conquistando pezzettini di apparato socialdemocratico in crisi di prospettiva. Progetto comunista ritiene urgente e necessario un reale passaggio all’opposizione rispetto alla giunta Cacciari, passaggio che implica la rottura reale e non evocata con il Centro liberale dell’Ulivo a tutti i livelli a partire dalle Municipalità. L’opposizione per essere reale e credibile presuppone il recupero dell’indipendenza politica dal Centro liberale borghese e il radicamento del Partito nei luoghi di lavoro e nei movimenti.

Venezia 22 maggio 2005