LA GABBIA DELLE PRIMARIE

Potete leggere di seguito:

1) un testo prodotto e diffuso in Veneto da Progetto Comunista;
2) passaggi di un odg presentato al Comitato Politico Federale di Trento del Prc dal circolo di Rovereto.
 
Buona lettura
 
Francesco Ricci

 

1) Dentro la gabbia-cabina delle primarie

i comunisti e i lavoratori non entrano

 

Le primarie che si svolgeranno il 16 ottobre sono finalizzate alla scelta del candidato premier del possibile prossimo governo di centrosinistra. Una modalità di scelta del presidente del consiglio che ripercorre il modello americano presidenzialista e plebiscitario.

 

In più in Italia esse rappresentano una leva presidenzialista nelle mani di Prodi, che chiede un'investitura plebiscitaria per ottenere i pieni poteri e avviare un programma di risanamento dei conti pubblici che, nel concreto, significherà una nuova politica dei sacrifici. A questa richiesta la maggioranza del Prc si è adeguata candidando Bertinotti.

 

Romano Prodi ci informa: “chi vince le primarie farà il programma”; un programma già illustrato in numerosi interventi ed interviste: “abbassare il costo del lavoro” (e quindi i salari, le tutele, i diritti). Le primarie, proprio per la partecipazione e la connivenza della sinistra politica, sono funzionali al recupero della concertazione sindacale e  alla messa fuori gioco delle lotte e dei movimenti di questi ultimi anni, e quindi la perdita dell’indipendenza di classe dei lavoratori.

 

Il Prc dopo questo adeguamento ottiene dal centro liberale il riconoscimento quale punto di riferimento dell'ala sinistra dell’Unione, una tappa che si inquadra nella prospettiva della costruzione di quel nuovo soggetto politico tanto evocato.

Ma la concorrenza per l'egemonia, che si è aperta tra i vari candidati dell’ala sinistra dell’Unione, lungi da porre le premesse per il nuovo soggetto politico socialdemocratico si sta risolvendo in uno scontro per la primogenitura nella collaborazione con Prodi e con il centro liberale dell'Unione.


I comunisti, le altre forze della sinistra e i movimenti devono rompere con Prodi e con il centro liberale per dare vita a un proprio polo autonomo di classe e dunque alternativo ai due poli dell’alternanza borghese. La partecipazione alle primarie viceversa determina una grave subalternità ad uno dei poli borghesi: quello egemonizzato dal centro liberale, dei D’Alema, Fassino, Rutelli e Prodi. E con essa la perdita dell’indipendenza politica del Partito della Rifondazione Comunista.

 

Dentro la gabbia-cabina delle primarie, espressione di una cultura politica borghese che abbiamo sempre combattuto, i comunisti e i lavoratori non devono entrare.

 


 

2) Primarie di che?

 

(...) Possiamo farci complici di questo grande imbroglio? Non si alimenta, forse, in questo modo, la logica del sistema maggioritario e del cosiddetto bipolarismo? Così, invece che fare passi avanti sul terreno della democrazia, ci vediamo spuntare tra le mani la logica del presidenzialismo e del personalismo esasperato. Non solo, ma quando si cerca persino di spacciare il tutto come partecipazione dal basso siamo, a dir poco, alla  demagogia d'accatto.

E tutto questo mentre nel Paese si fanno ogni giorno più pesanti i problemi dei salari e dei redditi di milioni di lavoratori e disoccupati, impoveriti forse come mai negli ultimi decenni, della precarizzazione, della Scuola pubblica, delle pensioni e  della Sanità.

Su questi problemi che scelte intende fare il Governo dell'Unione dopo aver cacciato Berlusconi? E Rifondazione a quali condizioni parteciperà al Governo? Non si tratta infatti di condividere opzioni generiche, ma di scelte ben definite a tutela di interessi sociali precisi e determinati. Obiettivi e strumenti, insomma di cui non c'è traccia. E, a quanto pare, non siamo i soli a denunciare queste cose, visto che più di uno, a sinistra (e non certo tra gli ultimi arrivati) lo sta facendo. Così il nostro Partito aggiunge pasticcio a pasticcio : non solo si trova infilato nelle cosiddette Primarie, ma è anche nelle condizioni di chiedere un voto non per un programma politico, ma per la persona del segretario. E' accettabile tutto ciò ? Noi pensiamo di no soprattutto quando continuiamo a sentire i Fassino, i D'Alema, i Rutelli e compagnia sciorinare il rosario liberista sulla contrattazione, sui salari, sulle privatizzazioni, sul sostegno a Confindustria, sulle pensioni, sulla guerra che andrebbe bene se legittimata dall' ONU, sulle missioni militari italiane e altro ancora. Almenochè il nostro segretario non sia convinto di spostare a sinistra Luca Cordero di Montezemolo con annessa Confindustria, che non fa mistero di aver abbandonato la barca berlusconiana per prendere a riferimento credibile l'Unione e il suo ceto politico.

Infine un'ultima questione. Quella della raccolta delle firme per la presentazione della candidatura del segretario del nostro Partito. Che cosa mai avrebbero dovuto sottoscrivere  gli elettori firmatari? Non solo gli si chiede di dichiarare di conoscere e condividere il “Progetto” che guida l'azione politica de “L'UNIONE”, ma li si impegna a riconoscere e sostenere  lealmente il candidato che risulterà vincitore della “Primaria2005”. E dov'è il cosiddetto Progetto dell'Unione che si dovrebbe dichiarare di conoscere ? Non dice lo stesso Bertinotti che bisogna ancora determinarne i contenuti e in nome di questo chiede di essere votato? E che dire di un Partito come il nostro che fa sottoscrivere una dichiarazione di lealtà al candidato vincitore? Ma che scempio è  tutto questo?

No, simili derive sono inaccettabili.

Noi pensiamo che la strada maestra sia quella di moltiplicare gli sforzi per costruire in tutti i settori mobilitazioni e lotte chiarendo da subito che anche un eventuale governo di centrosinistra dovrà fare i conti con esse.

Questo cercheremo di fare con le nostre modeste forze.