PER L'AUTONOMIA DEI MOVIMENTI DAL CENTRO LIBERALE: UN APPELLO DI ATTIVISTI E DIRIGENTI SINDACALI

 
 
Di seguito trovate un importante appello pubblico (qui scaricabile assieme al modulo per la raccolta delle firme) -che condividiamo- promosso da dirigenti e attivisti sindacali e dei movimenti di questi anni dal titolo: Cacciare Berlusconi, sì: ma non a rimorchio dei liberali e dei banchieri; per l'unità e l'autonomia delle nostre ragioni e delle nostre lotte.
 
Su questo appello, indirizzato ai movimenti e alle loro organizzazioni associative, politiche e sindacali, i promotori hanno iniziato una raccolta di firme alla manifestazione di Roma di sabato scorso (4 ottobre): chi volesse aderire può farlo scrivendo al compagno che coordina l'iniziativa:
 
Marco Veruggio      ma.ver31@libero.it
 
F.R.

CACCIARE BERLUSCONI, SI':

MA NON A RIMORCHIO DEI LIBERALI E DEI BANCHIERI

 

PER L'UNITA' E L'AUTONOMIA DELLE NOSTRE RAGIONI

E DELLE NOSTRE LOTTE

 

Un appello pubblico a tutti i movimenti di lotta di questi anni

e alle loro organizzazioni associative, politiche, sindacali

 

Come lavoratori e lavoratrici, attivisti del movimento contro la globalizzazione neoliberista, sostenitori del movimento contro la guerra e di tutti i movimenti di opposizione al governo Berlusconi, vogliamo che la cacciata di questo governo abbia il segno delle nostre lotte, della battaglia per un'alternativa vera che rompa con le politiche dominanti di questi dieci anni. Per questo guardiamo con estrema preoccupazione alla prospettiva di subordinazione dei movimenti a un ennesimo schieramento di governo di centrosinistra, a rimorchio di forze liberali e di centro, da sempre estranee e ostili alle nostre ragioni e ai contenuti di fondo dell'opposizione di massa a Berlusconi. Proponiamo dunque a tutti i movimenti di lotta di questi anni, a tutte le loro rappresentanze e organizzazioni, a tutte le diverse forze politiche e sindacali che si sono schierate dalla parte del Sì all'estensione dell'articolo 18, di respingere ogni subordinazione all'Ulivo, di unire le proprie forze in un campo autonomo dai liberali, di rilanciare un'opposizione radicale a Berlusconi su un proprio programma di lotta indipendente.

 

Appena due anni fa si è conclusa una lunga legislatura di centrosinistra che ha prodotto finanziarie di "lacrime e sangue", ha gestito enormi privatizzazioni, ha introdotto il lavoro interinale ("pacchetto Treu"), ha varato i campi di detenzione per gli immigrati (legge Turco-Napolitano), ha avviato la privatizzazione della scuola pubblica, ha diretto l'intervento di guerra nei Balcani.

Lavoratori, giovani, pacifisti hanno visto deluse e colpite tutte le proprie ragioni e aspettative. Il padronato si è rafforzato e arricchito, protetto da una concertazione sindacale che ha zittito scioperi e conflitti. Berlusconi è stato, alla fine, il beneficiario politico di questo disastro.

 

Il governo reazionario di Berlusconi, in questi due anni, è entrato in tutti i varchi aperti dalla legislatura precedente per ampliare e aggravare oltre ogni misura l'aggressione ai lavoratori, ai giovani, alle protezioni sociali. E i colpi ai diritti del lavoro, la nuova guerra e spedizione coloniale in Irak, l'ennesimo attacco alla previdenza pubblica, si sono congiunti a un attacco intollerabile a spazi e diritti democratici.

 

Questa aggressione ha trovato una risposta non nei liberali dell'Ulivo ma nei nostri movimenti e nelle nostre lotte.

La grande manifestazione di Genova, nel luglio 2001, che registrò l'assassinio di Carlo Giuliani, ha visto il centro dell'Ulivo ostile o estraneo. Le grandi mobilitazioni operaie contro il governo, incluse le stesse manifestazioni indette dalla Cgil, hanno trovato il centro dell'Ulivo imbarazzato e lontano: e tutto il centro liberale dell'Ulivo, senza eccezioni, ha fatto blocco con Berlusconi e la Confindustria contro il referendum per l'estensione dell'art. 18. Il grande movimento di massa contro la guerra ha avuto il sostegno dei liberali per la sola assenza della copertura Onu: ma la successiva spedizione militare italiana in Irak, come già la spedizione di guerra in Afghanistan, ha visto uniti, ancora una volta, i liberali dell'Ulivo e Berlusconi. Persino le mobilitazioni democratiche contro Berlusconi di ispirazione "girotondina" hanno visto spesso i dirigenti liberali dell'Ulivo spiazzati o apertamente critici.

 

Così, oggi, su tutti i terreni decisivi, le ragioni dei liberali dell'Ulivo e le ragioni dei lavoratori, dei giovani, dei pacifisti coerenti, appaiono radicalmente opposte.

Sulle pensioni: noi pensiamo che vadano salvaguardate; mentre i liberali dell'Ulivo sfidano Berlusconi a "una vera riforma strutturale".

Sul lavoro: noi pensiamo vadano abolite vecchie e nuove leggi di flessibilità; i liberali dell'Ulivo propongono la "flessibilità concertata".

Sulle privatizzazioni: noi pensiamo debbano essere respinte (ed anzi annullate quelle già realizzate dall'Ulivo); i liberali dell'Ulivo lamentano le insufficienti liberalizzazioni e privatizzazioni di Berlusconi, come prova della sua "incapacità di governo".

In politica estera: noi contestiamo l'Europa di Maastricht, le sue politiche antipopolari, il suo crescente militarismo; i liberali dell'Ulivo si presentano, a partire da Prodi, come i costruttori dell'Europa del capitale, delle sue ricette antisociali, delle sue crescenti spese militari.

 

E' vero: siamo entrambi "opposizione" a Berlusconi. Ma lo siamo da versanti opposti: noi dal versante delle ragioni di questi anni di lotte di massa contro il governo; i liberali dal versante degli interessi dei banchieri e delle grandi famiglie del capitalismo italiano, contro le nostre ragioni.

 

Ci si dice che occorre "coinvolgere i movimenti" nel "confronto programmatico tra Prc e Ulivo" per "definire un comune programma di governo".

Ma il "confronto" non è forse quello già fatto in tutti questi anni, pubblicamente, nello scontro sociale e politico quotidiano? Non è stato un confronto quello realizzato sul referendum estensivo dell'art. 18? Le risultanze di questi confronti ci parlano non di "divergenze" tra movimenti e centro ulivista ma di due versanti di classe tra loro alternativi. Chiedere oggi di "aprire il confronto" per un "comune governo" significa rimuovere -qui sì pregiudizialmente- il confronto pubblico già effettuato e suoi risultati. E predisporsi a un accordo subalterno con i liberali e i loro programmi, usando i movimenti come copertura e tappeto.

Non siamo d'accordo. Contrasteremo con tutte le nostre forze questo sbocco. Movimenti nati per un altro mondo possibile non meritano la subordinazione ad un accordo di governo con Treu e Mastella, D'Alema e Bersani, sotto la guida, già sperimentata, di Romano Prodi. La giovane generazione emersa dalle lotte di questi anni non merita una nuova, drammatica, sconfitta delle proprie ragioni e aspirazioni.

 

Cacciare Berlusconi è necessario e possibile: ma con metodi, contenuti, prospettive radicalmente diversi.

Come attivisti e sostenitori dei movimenti di questi anni noi proponiamo alle nostre diverse organizzazioni, sindacali, politiche, di movimento, di unire le proprie forze, sul piano nazionale e locale, attorno a una piattaforma indipendente di mobilitazione radicale contro il governo che unifichi e raggruppi tutte le ragioni di lotta.

Ci rivolgiamo alla Cgil, all'intero campo del sindacalismo di base, alle organizzazioni noglobal ma anche a tutte le forze e tendenze politiche della sinistra che hanno sostenuto la battaglia per l'estensione dell'articolo 18 e hanno respinto ogni sostegno alla spedizione italiana in Irak per dire loro una cosa molto semplice: il nostro popolo non ha bisogno di "tavoli programmatici di governo" con forze liberali, estranee ed ostili; ha bisogno di rilanciare una propria azione di lotta, unitaria e di massa, attorno a un programma comune di proprie rivendicazioni: le sole che possono fondare un'alternativa vera a Berlusconi.

 

Il rilancio della previdenza pubblica, contro le leggi privatizzanti varate dal '95; la rivendicazione di forti aumenti salariali unificanti per l'insieme del lavoro dipendente, congiunti con forme di controllo operaio e popolare sui prezzi; la richiesta di superamento di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro -dal "pacchetto Treu" sino alla legge 30- assieme all'estensione a tutti dell'art. 18 e al rifiuto di ogni privatizzazione; l'obiettivo di un vero salario garantito per i disoccupati, fuori da ogni scambio con forme di precariato; la rivendicazione del ritiro immediato delle truppe italiane dall'Irak assieme ad un abbattimento verticale delle spese militari; una lotta coerente per la difesa di spazi e diritti democratici, contro leggi e istituti del maggioritario e della Seconda Repubblica, per una legge elettorale coerentemente proporzionale.

 

Sono obiettivi semplici ed elementari, imposti dalla crisi sociale e dalla stessa sfida berlusconiana su cui è necessario e possibile verificare la disponibilità unitaria tra tutte le forze del movimento operaio e popolare. Nessuna di esse è accolta e accoglibile dal centro liberale dell'Ulivo. Ognuna di esse riscuote nelle classi subalterne e nel popolo vasto della sinistra un consenso potenzialmente larghissimo.

Questa è l'unità contro Berlusconi che noi proponiamo. E' un'unità che può tradursi, a certe condizioni, in accordi elettorali tra le forze contraenti per concorrere a battere le destre anche sul piano istituzionale. Ma è soprattutto l'unica unità che può sposarsi con la radicalità degli obiettivi e delle lotte.

 

In questo senso avanziamo la proposta di costruzione di "un polo di classe anticapitalistico": di un campo di forze operaie e popolari, di movimento, protagoniste di questi anni di mobilitazione, che si candidi a dare la propria soluzione alternativa alla crisi sociale e politica italiana, e che quindi si impegni -oggi e domani- ad una piena opposizione a tutti i governi delle classi dominanti. Siano essi di centrodestra o di centrosinistra.


promotori dell'appello:

 

Bruno Manganaro - Segr. reg. Cgil Liguria, ex portavoce naz. Genova Social Forum

Piero Acquilino - Collegio Garanzia naz. FIOM, Fincantieri Genova

Daniele Debetto - Dir. naz. Filtea Cgil, IBM Torino

Enrico Baroni - Segr. naz. CUB Chimici, RSA Amsa Milano

Roberto Spagnolo - Esecutivo naz. Confed. COBAS, Torino

Andrea Spadoni - CUB naz. Trasporti, Roma

Roberto Laudini - Coord. naz. COBAS Settore Difesa, Messina

Luigi Sorge - coord. naz. S.in.Cobas, FIAT Cassino

Romeo Tuosto - resp. Handicap Cgil Bari

Camera Lavoro Precario, Genova

Camera Lavoro Precario, Pescara

Coordinamento autogestioni e assegnatari, Firenze

Unione Inquilini, Pisa

Collettivo giovanile Scintilla, Imperia

Network per i diritti globali, Bari

SKA (spazio creativo autogestito), Trani

 

primi firmatari:

Alberto Airoldi - dir. reg. SNUR Cgil Lombardia Francesco Anfossi - dir. prov. FISAC Cgil Pavia Osvaldo Baccino - dir. prov. FP Cgil Savona Andrea Bono - dir. reg. FIOM Liguria, Rsu Fincantieri Genova Sestri Ponente Alessandro Borghi - delegato ILVA, dir. prov. Cgil Genova Gino Bortolozzo - Dir. reg. Filtea Cgil Veneto Luigi Bozzato - RSU Lottomatica, direttivo prov. FIOM Cgil Venezia Patrizio Cacciotti - coordinatore prov. RdB Latina Patrizia Cammarata - RSU Comune di Vicenza, RdB-CUB Veneto Antonio Canavese - RSU Plaspal Zanussi Stefano Castigliego - RSU Fincantieri, direttivo prov. FIOM Cgil Venezia Gianfranco Coggi - dir. comprens. FISAC Cgil Milano Taurino Costantini - dir. prov. SPI Cgil Terni Giacomo Di Leo - RSU Cobas Messina Francesco Doro - RSU Parpas SPA, Direttivo reg. FIOM Cgil Veneto Nicoletta Dosio - Comitato popolare Val di Susa contro l'alta velocità Pino Durante - Esec. CdF Fincantieri Genova Sestri Ponente Antonino Episcopo - dir. prov. FIOM Cgil Savona Maurizio Freschi - RSU Plaspal Zanussi, Dir. prov. FIOM Cgil Treviso Massimiliano Ghione - RSU Ferrania Savona Patrizia Granchelli - resp. lav. precari Cobas PT-CUB Milano Pino Iaria - Esecutivo naz. COBAS Scuola, Torino Francesco Lombardi - coord. Comitato popolare per l'acqua pubblica, Viterbo Antonino Marceca - direttivo aziendale Cgil Asl 12 Venezia Roberto Massari, editore Guido Misi - dir. prov. Fiom Cgil Genova, Rsu Fincantieri Genova Sestri Ponente Alfonsina Palumbo - dir. reg. FISAC Cgil Campania Enrico Pellegrini - direttivo reg. FILCAMS Cgil Venezia Enrico Rubiu - coord. reg. RdB Sardegna Simone Solari - dir. prov. FILCAMS Cgil Genova, deleg. Ristopiù Liguria Fausto Torri - dir. prov. Cgil La Spezia Luciano Zangoli - delegato FILLEA G.E.D. Cesena

 

per informazioni e adesioni:

Marco Veruggio, posta elettronica:         ma.ver31@libero.it