I mille giorni di Allende

Cronologia del governo dell'Unidad Popular, dal trionfo elettorale alle riforme, alla tragedia dell'11 settembre

 

 

a cura di Tiziano Bagarolo

 

1969  

Giugno. E’ costituita la coalizione di Unidad Popular, a cui partecipano i partiti comunista, socialista, socialdemocratico e radicale, il Movimiento de Accion Popular Unitaria (MAPU, una scissione di sinistra della DC) e il Movimiento de Accion Popular Independiente (API).

Dicembre. E’ approvato il programma dell’Unidad Popular.

1970

Gennaio. Salvador Allende è designato candidato dell’Unidad Popular alla presidenza della Repubblica.

Settembre. Il 4 Allende vince le elezioni con il 36,3% dei voti, davanti al candidato conservatore Jorge Alessandri (34,9%) e al candidato democristiano Radomiro Tomic (27,8%).

Ottobre. Clima di grande tensione nel paese; violenta campagna della destra che minaccia il caos economico e i carri armati sovietici a Santiago. Il 22 viene ferito a morte in un attentato compiuto da un gruppo paramilitare di destra armato dalla CIA il comandante in capo dell’esercito generale René Schneider, la cui opposizione ha impedito un pronunciamento militare preventivo volto a impedire ad Allende di assumere la presidenza.

L’UP accetta di firmare l’Estatudo de Garantías Democráticas preteso dalla DC per ratificare l'elezione di Allende, che è infine votata il 24 dal Congresso unificato.

Novembre. Il 4 Allende assume la presidenza. Comincia l’applicazione delle prime 40 misure del programma dell’UP. Il Cile riallaccia le relazioni diplomatiche con Cuba e si dichiara Paese non allineato.

Dicembre. Parte il piano delle nazionalizzazioni con quella dell’industria tessile. Accordo fra l’UP e la CUT (Central Unitaria de Trabajadores) per la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese dell’Area de Propietad Social (APS).

   

1971

Gennaio. Il Congresso ratifica le clausole costituzionali concordate fra l’UP e la DC con lo Statuto delle garanzie. Si accelera l’applicazione della legge di riforma agraria.

Aprile. Vittoria dell’Unidad Popular alle elezioni amministrative con quasi il 51%.

Maggio. Il 21 primo messaggio di Allende al Congresso in cui spiega la “via cilena al socialismo” come “secondo modello” (dopo quello dell'Ottobre russo) di transizione pacifica, democratica e pluralista.

Giugno. Nasce Izquierda Cristiana, un settore della DC che si unisce all’UP.

Luglio. L’11 il Congresso approva all’unanimità (!) la nazionalizzazione del rame.

Ottobre. Viene presentato il progetto di legge sulle riforme economiche (le tre aree economiche e la partecipazione dei lavoratori). Avvio della nazionalizzazione delle banche e del commercio estero.

Il poeta e dirigente comunista Pablo Neruda insignito del Nobel per la letteratura.

Novembre. Lunga visita (tre settimane) in Cile di Fidel Castro.

Dicembre. L’opposizione convoca la marcha de las cacerolas che diventa la prima mobilitazione della destra contro il governo dell’UP. La destra, sostenuta e ispirata dalla CIA, conduce una campagna forsennata accompagnata da azioni si sabotaggio economico e terrorismo politico. Nixon e Kissinger hanno deciso che il presidente Allende deve essere rovesciato e a questo fine l’amministrazione americana sviluppa una strategia di “destabilizzazione” (blocco finanziario e boicottaggio economico dall’esterno, caos economico e violenza politica all’interno) per preparare la strada al golpe.

 

1972

Febbraio. Riunione di Allende con i dirigenti dell’UP a Arrayan per valutare i problemi economici, le conseguenze del blocco operato agli USA e la caduta del prezzo del rame. Viene deciso di non pagare l’indennizzo alla compagnia statunitense Braden Copper che partecipa all’embargo contro il Cile.

Marzo. Il giornalista statunitense Jack Anderson denuncia sul "Wahington Post" la cospirazione della ITT e della CIA contro Allende nel settembre-ottobre 1970.

Giugno. Nuova riunione dell’UP a Lo Curro per valutare i risultati delle riforme e l’evoluzione della situazione politica che vede la destra mobilitata. Mentre i settori di sinistra chiedono di Avanzar sin transar (avanzare senza trattate), Allende, il PC e la maggioranza del PS sostengono la ricerca del dialogo con la DC. A Cerrillo, nella regione di Santiago, nasce il primo cordon industrial, ossia il coordinamento dei delegati di fabbrica di area industriale, prima forma d autoorganizzazione in forma “sovietica” della classe operaia cilena.

Luglio. Si forma a Concepción una Asamblea del pueblo con 3.000 delegati, con il sostegno del MIR, di parte dell’UP e delle organizzazioni operaie e studentesche, in una logica di doppio potere; l’assemblea viene condannata come “divisionista” e “irresponsabile” dal PC e dallo stesso Allende.

Agosto. Si forma il CODE (confederazione democratica), coalizione dei partiti di centro e di destra che include la DC e il Partido Nacional. Si accentua l’offensiva destabilizzante dell’opposizione con scioperi dei piccoli commercianti e dei trasportatori e attentati del gruppo di estrema destra Patria y Libertad. Contemporaneamente si sviluppano iniziative dei lavoratori e dei contadini che scavalcano l’azione del governo; un conflitto fra i funzionari governativi e i pobladores sostenuti dal MIR a Lo Hermida, viene risolto con l'intervento dello stesso Allende.

Settembre. Inizia lo sciopero dei camionisti e l’UP denuncia un piano per precipitare il paese nella guerra civile. La Kennecott minaccia l’embargo del rame cileno nei porti stranieri.

Ottobre. Allo sciopero dei camionisti si uniscono varie categorie professionali e le associazioni degli imprenditori in un vero paro (sciopero) della borghesia che paralizza il paese per tre settimane. Il governo decreta lo stato d’emergenza affidando ai militari il mantenimento dell’ordine in varie province. In risposta all’offensiva padronale nascono in tutto il paese i cordones industriales come organi di autoorganizzazione dei lavoratori che si fanno carico di riaprire le fabbriche e di rimettere in funzione la produzione; si sviluppa il ruolo delle juntas de abastecimientos y precios (JAP) e dei comandos comunales, organismi incaricati della distribuzione e del controllo dei prezzi con la partecipazione popolare. I portuali di Le Havre (Francia) bloccano lo sbarco di un carico di rame della Kennecott; interviene la magistratura per revocare il blocco.

Novembre. Il paro padronal fallisce per la mobilitazione operaia e popolare che l'ha contrastata. Ma Allende opera un rimpasto di governo affidando il ministero dell’interno al comandante in capo dell’esercito, generale Carlos Prats (che sarà assassinato dalla polizia segreta di Pinochet nel settembre del 1974 a Buenos Aires).

Dicembre. Viene creata la segreteria nazionale della donna. Viaggio di Allende in Perù, Messico, Algeria, Unione Sovietica, Cuba e Venezuela. Importante intervento all’ONU nel quale denuncia il blocco e l’aggressione economica contro il Cile da parte degli USA e delle compagnie multinazionali.

 

1973

Gennaio. Boicottaggio del rame della Kennecott da parte dei portuali di Amburgo (Germania).

Marzo. Alle elezioni legislative del 4 l’Unidad Popular ottiene il 43,4%, frustrando l’aspettativa della coalizione delle destre che speravano di ottenere i due terzi dei seggi per poter attuare la destituzione costituzionale di Allende. I militari lasciano il governo.

Aprile. Nuova serie di conflitti sindacali e di serrate padronali. Entrano in sciopero per aumenti salariali i lavoratori della miniera nazionalizzata di El Teniente che proseguirà per 70 giorni; l’UP accusa i lavoratori di El Teniente di fare il gioco della destra; anche il MIR sconfessa i lavoratori; la DC e i fascisti di Patria y Libertad, del tutto strumentalmente, si dichiarano solidali con i minatori. Scoppia un nuovo terreno di scontro politico sul progetto di legge per l’educazione; la destra difende i privilegi delle scuole private cattoliche.

Giugno. Il 29 si verifica un sollevamento militare da parte del 2° regimento di bilndati al comando del colonnello Roberto Souper (il cosiddetto “tancazo”), che arriva a occupare il ministero della difesa. Il golpe fallisce per iniziativa degli stessi vertici dell’esercito ma esso serve ai futuri golpisti per verificare le effettive capacità di resistenza del movimento operaio. Scattano invece, con la copertura della Ley de Armas approvata dall’opposizione nell’ottobre 1972 ma che Allende non ha bloccato con il veto, massicce perquisizioni da parte dell’esercito alla ricerca di armi in fabbriche, quartieri popolari e sedi di organizzazioni di sinistra.

Luglio. Si aggrava la situazione economica per il balzo dell’inflazione e la mancanza dei generi di prima necessità. Allende tenta il dialogo con la DC con la mediazione dell’arcivescovo di Santiago Silva Henríquez, ma senza risultati. Nuova ondata di azioni terroristiche dell’estrema destra. Il 27 viene assassinato Arturo Araya, un alto grado della marina, aiutante di campo di Allende.

Agosto. Nuovo sciopero dei camionisti. Allarme sui pericoli di golpe: l’11 si svolge a Santiago una immensa manifestazione dell’Unidad Popular. Allende chiama i capi delle forze armate e dei Carabineros a far parte del governo; questi, tre settimane dopo, rinunciano. La DC fa approvare dal Congresso un documento che dichiara che il governo si è posto nell’illegalità. E’ un atto che serve a dare ai militari il pretesto “legale” per il golpe. Si moltiplicano gli attentati (il 20 è assassinato un leader dei camionisti favorevole al dialogo col governo) e le azioni squadriste dell’estrema destra, che arriva ad occupare due stazioni radio. Il 23 il generale Prats viene costretto a dimettersi da comandante in capo dell’esercito. Allende lo ringrazia pubblicamente per la sua professionalità e lealtà e nomina al suo posto il generale Augusto Pinochet. Il 28 Allende forma un nuovo governo di salvezza nazionale. Le voci di un colpo di stato imminente si moltiplicano.

Settembre. Il 4 settembre, terzo anniversario dell’elezione di Allende, dimostrazioni in tutto il paese a sostegno del governo. A Santiago un milione di persone sfila per l’ultima volta di fronte ad Allende. I settori più consapevoli dei lavoratori chiedono le armi, ma avranno solo illusorie rassicurazioni sulla “lealtà costituzionale” delle forze armate cilene. Il PC attacca violentemente come provocatore il socialista di sinistra Altamirano che ha denunciato il golpe in preparazione. Nella notte fra il 10 e l'11 si diffondono le voci di movimenti di truppe sospetti; Allende consulta Pinochet che lo rassicura: tutto è tranquillo, nessun golpe è in atto...

 

11 settembre 1973.

Le forze armate e i Carabineros, con un’azione coordinata e accuratamente pianificata, mettono in atto l'ultimo atto del colpo di stato. Nelle prime ore della mattina La Marina occupa la città portuale di Valparaiso. Verso le nove l’esercito circonda il palazzo presidenziale della Moneda. Verso mezzogiorno il palazzo viene bombardato dall’aviazione. Il presidente rifiuta un salvacondotto per espatriare e aver salva la vita, si appella attraverso la radio al paese e ai lavoratori e cade armi alla mano. Si scatena la repressione contro il movimento operaio: subito sono migliaia gli assassinati e centinaia di migliaia di arresti. In seguito altre migliaia saranno giustiziati o fatti scomparire in vari modi; più di centocinquantamila saranno i prigionieri politici raccolti in campi di concentramento e circa altrettanti gli esiliati. Il 14 settembre la DC cilena fa conoscere un comunicato di dare la sua approvazione del golpe.