VERSO L'ASSEMBLEA NAZIONALE DI DELEGATI

DEL 13-14 NOVEMBRE

 

di Marco Ferrando

 

Il nostro partito ha ormai imboccato la via del VI Congresso sullo sfondo di un accordo governativo tra Prc e Ulivo già di fatto sancito; ma anche di una vasta reazione nel corpo militante del Prc contro il percorso intrapreso e di una crisi profonda tra il partito e ampi settori del suo insediamento sociale di movimento.

Noi tutti, più di un anno fa, avevamo promosso la richiesta di un Congresso straordinario che desse per tempo a tutti i compagni del partito un reale potere decisionale sulla rotta da intraprendere.

I fatti hanno confermato nel modo più clamoroso la giustezza di quella richiesta. Purtroppo essa fu respinta non solo dal Segretario ma dall'insieme dei dirigenti delle aree "critiche", ognuna in realtà interessata a preservare la propria quota di nicchia negli organismi dirigenti più che a ingaggiare una battaglia politica reale, fosse pure "democratica". Ciò ha rappresentato una grave responsabilità verso il partito.

Ma proprio per questo, tanto più oggi, abbiamo noi il dovere -se così posso dire- di una proposta chiara per il VI Congresso, in coerenza con il nostro percorso. Non avendo noi altro "interesse" da difendere se non l'autonomia del nostro partito dal centro liberale dell'Ulivo, le ragioni di fondo dei movimenti, la prospettiva di un'alternativa di società.

Nel partito, e attorno al partito, migliaia di compagne e compagni delle più diverse provenienze congressuali ed estrazioni manifestano dissenso, disorientamento, inquietudine, e chiedono, in varie forme, un cambio di rotta. E' necessario dare a questa domanda un riferimento congressuale unitario e coerente.

 

UNA PROPOSTA UNITARIA

Innanzitutto un riferimento unitario. Tanto più in questo congresso non è in gioco l'interesse di questa o quell'altra componente ma la difesa dell'autonomia di classe del nostro partito: di un partito che tutti abbiamo contribuito a costruire, che tutti abbiamo difeso dalle campagne avversarie, in cui tutti abbiamo profuso, in forme diverse, energie, sacrifici, una parte, a volte non piccola, della nostra vista politica.

Per questo occorre una proposta congressuale alternativa che non riproponga una caratterizzazione chiusa e complessiva di componente, ma si rivolga all'insieme dei compagni critici, al di là di ogni vecchio steccato di mozione, e che punti a coinvolgere questi compagni, da protagonisti, in una battaglia comune per un obiettivo comune.

 

UNA PROPOSTA CHIARA

Al tempo stesso questa proposta alternativa, per essere credibile, deve essere chiara. Non in astratto, ma in relazione al cuore politico di questo congresso. Se la posta in gioco del congresso è, concretamente, il via libera o meno al sostegno del Prc a un secondo governo Prodi, quindi alla dissoluzione della presenza comunista di opposizione, la proposta alternativa deve essere inequivoca: l'opposizione comunista è irrinunciabile. E questa rivendicazione, a sua volta, non deve avere il carattere di una separatezza settaria rispetto ai sentimenti delle masse e alle esigenze del movimento operaio: ma deve collegarsi a una più generale rivendicazione dell'autonomia del movimento operaio e dei movimenti di lotta e delle loro organizzazioni dalla borghesia italiana, in funzione di un'alternativa anticapitalistica. Il giusto concorso unitario dei comunisti alla sconfitta di Berlusconi è inseparabile da questa prospettiva alternativa e irriducibile ad ogni forma di alternanza.

Questo è l'asse di fondo della proposta congressuale che abbiamo avanzato, e che proponiamo di elaborare e articolare: la proposta del polo autonomo di classe.

Lo ribadiamo: fuori da questa chiarezza, non crediamo utili pasticci congressuali opportunistici, sommatorie posticce ed equivoche. Che forse potrebbero interessare calcoli autocentrati di componenti, non certo il futuro del partito.

Ma attorno alla chiarezza di questo asse, la più vasta convergenza unitaria sarebbe davvero preziosa: eviterebbe dispersioni di forze (e di voti), darebbe fiducia a tanti compagni, creerebbe un serio problema allo stesso segretario del partito. E potrebbe rappresentare, anche al di là del partito, un riferimento politico prezioso per realtà di lotta e di movimento interessate e coinvolte dal dibattito del Prc e dai suoi esiti.

 

VERSO L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 13-14 NOVEMBRE

Nel mese di ottobre e all'inizio di novembre presenteremo questa proposta in tutte le federazioni, invitando ovunque non semplicemente "i compagni della seconda mozione" ma tutti i compagni del Prc. Per avere l'occasione di un confronto aperto, che abbatta vecchi steccati, ed anche per raccogliere contributi, osservazioni, suggerimenti circa i caratteri di una mozione congressuale coerentemente alternativa.

Pensiamo ad una sorta di consultazione itinerante attorno alla proposta avanzata che apra e promuova di fatto la battaglia congressuale e che sbocchi in un'Assemblea nazionale di delegati (il 13 e 14 novembre) abilitata a varare il testo congressuale alternativo.

I delegati saranno naturalmente designati federazione per federazione (nella proporzione di 1 compagno ogni 5 presenti o frazione pari o superiore a 3) dai compagni sostenitori della proposta avanzata ("il polo autonomo di classe") e per questo interessati al suo arricchimento e alla sua gestione congressuale.

 

DIVERGENZE E RESISTENZE

L'esito di questa impostazione, unitaria e coerente, non è scontato.

Certo si confronta con divergenze politiche e strategiche reali dei gruppi dirigenti di altri soggetti "critici" (l'Ernesto, Erre) che, in forme diverse, sono disponibili al sostegno esterno a un secondo governo Prodi (attraverso il recupero del vecchio accordo politico-elettorale del '96) e che paiono interessati essenzialmente a rinegoziare gli equilibri della vecchia maggioranza dirigente.

Così ci confrontiamo con le resistenze autoconservative dei gruppi dirigenti di microgruppi che potrebbero rivelarsi interessati alla presentazione di propri documenti "di disturbo" (o civetta), al solo fine di conquistare un "un per cento" che assicuri loro la presenza in Direzione.

 

SCAVALCARE VECCHI RECINTI

Ma questi problemi ed eventualità non dipendono da noi e no ci scoraggiano. Pur non avendo pregiudiziali a nessun livello, pur essendo aperti, nella chiarezza, a qualsiasi interlocuzione e verifica, la nostra proposta si rivolge prioritariamente non alle "componenti" ma alla base del partito. Ed il suo esito sarà misurato dalla disponibilità di iscritti e militanti a scavalcare grandi o piccoli recinti di mozione, per raccogliersi attorno ad una proposta chiara ed onesta.

Non mancano su questo versante segnali incoraggianti che lavoreremo a raccogliere e moltiplicare.

Ma molto dipende dall'impegno che in questa battaglia porranno, in ogni caso, i compagni che già intrapresero unitariamente la battaglia per il congresso straordinario.

A questi compagni mi rivolgo, anche personalmente, perché partecipino agli attivi di presentazione e vi portino il proprio contributo.

Su tutti noi pesa -senza retorica- una grande responsabilità. Cerchiamo, insieme, di affrontarla al meglio.

   

n.b.

1) Trovate qui il prospetto con i nomi dei compagni (dirigenti nazionali e regionali) che terranno le riunioni di presentazione nelle federazioni.

A fianco delle prime assemblee già definite trovate anche la data e il luogo: nei prossimi giorni pubblicheremo continui aggiornamenti del calendario.

2) L'Assemblea nazionale per delegati del 13-14 novembre si terrà in luogo ancora da definire, a Rimini o a Bellaria. Nelle prossime settimane manderemo informazioni precise su luogo, orari, ecc.