comunicato di Progetto Comunista

NON SI DIALOGA CON UN GOVERNO GUERRAFONDAIO

RITIRO IMMEDIATO DEI SOLDATI ITALIANI DALL'IRAK

 

Le dichiarazioni rilasciate da Fausto Bertinotti proprio mentre stiamo andando in stampa e sintetizzate nel titolo di Repubblica  del 9 settembre “Ora salviamo le due ragazze. Del ritiro parleremo dopo” richiedono da parte nostra una precisazione. Per parte nostra abbiamo ripetuto più volte che non abbiamo nessuna simpatia per il fondamentalismo islamico e la sua logica terroristica  Tantomeno per azioni terroristiche indiscriminate: come nel caso di Beslan o delle due attiviste rapite - di cui va richiesta l'immediata liberazione; cosa però diversa dalle azioni dirette contro obiettivi militari e gli occupanti.

Ma affermare tutto ciò non significa per nulla che si possa mettere in secondo piano, nemmeno temporaneamente, l'obiettivo del ritiro immediato delle truppe di occupazione: questa era e rimane la priorità. In questo "temporaneamente" tra l'altro - è bene ricordarlo - le truppe imperialiste continuano i loro massacri (in soli due giorni di bombardamenti hanno ucciso almento cento irakeni a Falluja).

E riteniamo gravissimo accettare un dialogo col governo Berlusconi (dialogo che peraltro non si capisce come dovrebbe servire alla liberazione delle due donne), accreditandone un qualche "interesse umanitario" proprio mentre rafforza il contingente italiano con carri armati sempre più micidiali. Il governo Berlusconi è un governo di guerra e va cacciato.

Grave è pure ogni presa di distanza dalla resistenza irakena (in nome della famigerata teoria della "spirale guerra-terrorismo"): è grazie ad essa se il governo Usa deve ammettere ancora oggi che una buona parte del territorio irakeno è impenetrabile e l'altra parte è per loro incontrollabile.

Per questo noi restiamo con la resistenza irakena, senza se e senza ma e difendiamo il pieno diritto del popolo irakeno a resistere all'occupazione coloniale e a sollevarsi contro il governo fantoccio e le truppe imperialiste. Peraltro solo la rivolta delle masse arabe contro il colonialismo per una coerente prospettiva antimperialista può emarginare il fondamentalismo reazionario. 

Quanto al senso di questa ennesima intervista del segretario, e della partecipazione di ieri al tavolo con Berlusconi e l'Ulivo, può essere ricercato nel giudizio unanimemente positivo della stampa borghese che (Corriere in testa) oggi rilascia ampi attestati di "responsabilità" e "maturità" al Prc (come dopo le interviste di questo agosto, sulle primarie; la candidatura alla leadership del centrosinistra; il "rispetto del principio di maggioranza"; la proposta di cambiare nome all'Ulivo, ecc. ecc.).

Un nuovo passo del gruppo dirigente di maggioranza verso l'ingresso nel futuro governo Prodi dell'alternanza borghese è compiuto.