ELEZIONI REGIONALI E COLLABORAZIONE DI CLASSE: IL CENTROSINISTRA IN ABRUZZO

 

 

Trovate qui sotto una nota scritta dai compagni di Pescara relativa al candidato a governatore della regione Abruzzo per il centrosinistra (sostenuto anche dalla maggioranza dirigente del Prc). La candidatura è emblematica di quanto il centrosinistra sia cambiato (si veda in particolare la parte relativa alle posizioni del candidato in relazione ai finanziamenti alle scuole private).

 

 

Fabiana Stefanoni


 

Verso le elezioni regionali in Abruzzo

 

D’ALFONSO, LA RISPOSTA C’É! 

PURTROPPO È QUELLA SBAGLIATA

 

Aumento delle tariffe, soldi alle scuole private, continuità col centrodestra 

 

In questi giorni dopo mesi di illazioni e smentite sembra profilarsi la sorte definitiva del sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso; sarà infatti, lui il candidato a governatore della Regione Abruzzo per il centrosinistra.

Già in campagna elettorale vari commentatori avevano denunciato la volontà di D’Alfonso di usare il comune di Pescara come sgabello per salire alla regione. L’accusa era perfettamente compatibile con il rampantismo e la spregiudicatezza politica di D’Alfonso. Degno erede del gasparismo egli è, infatti, predestinato da anni e nonostante la giovane età, ad essere l’uomo forte della politica abruzzese, nonostante questo, l’intera sinistra pescarese lo ha proposto all’elettorato indicandolo come il salvatore della patria, l’uomo in grado di ridare al centro-sinistra il municipio. All’indomani della vittoria questo campione del progresso si è impegnato nell’unica cosa che davvero gli riesce: la campagna elettorale.

 

Senza soluzione di continuità, facendo lavorare a pieno regime la sua macchina elettorale, ho usato il suo ruolo di sindaco per dare la scalata alla regione. Presenzialismo sfrenato, clientelismo democristiano, uso berlusconianio dei mezzi di comunicazione, campagna acquisti nelle fila del polo, favori in quantità industriale ai poteri forti della città, queste le caratteristiche fondamentali espresse nei 16 mesi di governo della città. Per tanti cittadini che attendevano il rinnovamento, il bilancio è assai meno entusiasmante, aumento delle tariffe comunali (i tanti cantieri aperti in città qualcuno li deve pure pagare), soldi alle scuole private e nessun segno di un reale cambiamento ma anzi la sensazione di una perfetta continuità con le precedenti amministrazioni. Per altro, negli ultimi mesi, il sindaco ha cominciato la vera campagna elettorale organizzando una serie di convegni ovviamente promossi dal comune rivolti a coltivare le simpatie degli ambienti religiosi, militari e padronali che sono in fine dei conti i suoi referenti.

 

 In particolare, nell’ultimo incontro con il Direttore confederale di Confindustria, Maurizio Beretta, D’Alfonso ha illustrato il suo programma per le regionali e senza farla troppo lunga, ha indicato in Formigoni il suo modello di riferimento. Credo che non siano necessari altri commenti. Il PRC è in maggioranza al comune con due assessori in giunta; al già deficitario bilancio di questa partecipazione ora si aggiunge la “slealtà” di D’Alfonso con gli elettori. Proprio così, dell’intera vicenda che vi abbiamo sommariamente raccontato la cosa che più ha indignato i dirigenti di questo partito è l’atto di slealtà del sindaco. Infatti, per ora il PRC ha scelto una linea di basso profilo tesa a fare pressione perché D’Alfonso ci ripensi, ma non si arriva, nonostante il bilancio politico negativo, a ritirare il nostro appoggio al comune, né tantomeno a chiarire se appoggeremo o no il candidato del centrosinistra alla regione. Poi, siccome non ci facciamo mancare nulla si vocifera, sembrerebbe con qualche fondamento, che se a Pescara si rivoltasse per le comunali il candidato del centro-sinistra potrebbe essere il candidato del polo alle ultime elezioni, passato nel frattempo nelle fila dei “buoni”...

 

Per concludere, da Pescara arriva l’ennesimo esempio  del fatto che nell’esperienza concreta gli accordi con il centrosinistra si risolvono sempre in un disastro per il nostro partito e, cosa ancora più grave, per la classe operaia in generale. Non sarebbe ora di aprire gli occhi e di chiamare le cose con il proprio nome? Non sarebbe ora di pensare ad “unire l’unibile” su delle discriminati reali (aumento dei salari, abolizione delle forme flessibile di lavoro, sanità e scuola pubblica, pensioni) e costruire quella alternativa ai due poli espressa durante la campagna a favore dell’estensione dell’articolo 18?

 

Progetto comunista - Pescara