LA PRESENTAZIONE DELLA MOZIONE "PER UN PROGETTO COMUNISTA" (ARTICOLO DI LIBERAZIONE)

 

Potete leggere qui sotto l'articolo pubblicato da Liberazione del 15/12/04 sulla conferenza stampa di presentazione della mozione "Per un progetto comunista".

  
Buona lettura
 

 Francesco Ricci.

 

 

«O con i lavoratori o con Prodi-Montezemolo»

 

Congresso Prc, la Terza mozione presenta la propria proposta.

Marco Ferrando: «E' necessario rilanciare un'opposizione comunista in Italia.

Ad Ernesto ed Erre dico: non si può stare in mezzo al guado»

 
Presso la Direzione nazionale del Prc è stata ieri presentata alla stampa la mozione congressuale "Per un progetto comunista", primo firmatario Marco Ferrando.

«Il cuore del sesto congresso è la svolta di governo con il centrosinistra intrapresa dalla segreteria del nostro partito; una svolta che trascina con sé una rifondazione socialdemocratico-gandhiana e, sul piano politico, un adattamento alla burocrazia Cgil, la moltiplicazione delle scelte locali governiste, il grave cedimento alle pressioni uliviste sullo stesso terreno della politica internazionale, come sull'Iraq»: il giudizio che Ferrando ha espresso sulla linea del Prc è davvero netto. «Ciò che si impone non è una semplice "critica" ma una chiara proposta alternativa che vada al cuore del problema: la necessità di salvaguardare e rilanciare un'opposizione comunista in Italia».

Questa impostazione non trascura affatto la centralità della cacciata di Berlusconi. Afferma infatti Ferrando: «Proponemmo noi, già allo scorso congresso, la centralità di quella parola d'ordine, quando Bertinotti la respingeva. La vera questione è: dobbiamo cacciare Berlusconi alla testa delle lotte o alla coda di Montezemolo?». E' un punto su cui si soffermano sia Franco Grisolia, della Direzione nazionale, che Francesco Ricci, vicepresidente del Collegio nazionale di garanzia. «Col centro dell'Ulivo (maggioranza Ds e Margherita) sono oggi schierate la Confindustria e le grandi banche che vogliono sostituire Berlusconi con un nuovo governo della concertazione contro le lotte di questi anni. Come si può stare al tempo stesso con i movimenti e con i loro avversari?» sostiene Grisolia. E Ricci: «E' singolare che si rivendichi un nuovo mondo possibile a braccetto con Prodi, D'Alema, Rutelli, portavoci dell'attuale mondo capitalistico e della sua stagione controriformatrice. Si rischia non solo un tragico errore, ma un autentico passaggio di campo».

Un giornalista chiede: «Cosa propone la Terza mozione in occasione delle elezioni politiche del 2006?». La risposta di Ferrando è chiara: «Forme di accordo elettorale puramente tecnico, nei collegi a rischio, al solo scopo di favorire la sconfitta di Berlusconii: ma certo nessun accordo politico, né diretto né indiretto, col centrosinistra e col padronato che lo sostiene». E qui si fa esplicita la distinzione da quella che viene definita «la clamorosa ambiguità» delle mozioni "critiche": «Sia l'Ernesto che Erre, in modo diverso, propongono forme di sostegno a un eventuale governo Prodi: o ipotizzando ministeri in cambio di condizioni minime (l'Ernesto) o chiedendo un accordo politico limitato che consenta di votare il governo e quindi di entrare nella sua maggioranza (Erre). In entrambi i casi, verrebbe cancellata l'opposizione comunista a un governo della settima potenza imperialista del mondo. No, all'Ernesto ed Erre dico: non si può stare in mezzo al guado».

La Terza mozione non si limita a rivendicare il carattere irrinunciabile dell'opposizione comunista -confermato, osserva Ricci, «da tutta l'esperienza storica» - ma avanza come asse caratterizzante la proposta del polo autonomo di classe anticapitalistico. «Significa chiamare - sostengono Fabiana Stefanoni e Nicola di Iasio (del Coordinamento Nazionale dei Giovani Comunisti) - i lavoratori, i giovani, i movimenti di lotta, quel popolo della sinistra che ha votato per l'estensione dell'articolo 18, a rompere con Prodi e il padronato per costruire una propria alternativa. Un'alternativa che è anticapitalistica o non è». Da qui la sfida alle stesse forze della sinistra sociale e politica «che devono scegliere da che parte stare: o con Prodi o con le ragioni della propria base sociale».

Un giornalista chiede se questa proposta non sia "astratta". «E' vero l'opposto - obietta Grisolia - solo dandosi una linea di autonomia del movimento operaio è possibile liberare finalmente una politica nuova del Prc nel sindacato, nelle lotte, sullo stesso terreno della politica internazionale del partito: non è un caso che proprio la nostra mozione sia l'unica che avanza una concreta proposta alternativa di indirizzo nel movimento sindacale e nel movimento contro la guerra. E l'unica che avanza una proposta strategica alternativa al Partito della Sinistra europea».

La Terza mozione illustra infine il profilo della battaglia intrapresa. «Abbiamo fatto appello a tutti i compagni e le compagne del Prc, al di là delle vecchie provenienze congressuali, per difendere insieme la ragione sociale del partito» osserva Ferrando. «I gruppi dirigenti delle aree "critiche" hanno respinto comprensibilmente l'appello unitario perché in disaccordo col carattere irrinunciabile dell'opposizione comunista: ma numerosi compagni sentono l'esigenza di unire le file attorno all'unica proposta coerentemente alternativa a quella di Bertinotti». E Ricci riferisce di un appello nazionale di dirigenti locali del Prc di provenienza "bertinottiana" o "grassiana" (primo firmatario Massimo Busnelli del Direttivo nazionale Filcem Cgil) a sostenere oggi la Terza mozione congressuale superando vecchi steccati. Così arriva l'adesione "prestigiosa" alla Terza mozione del segretario del circolo di fabbrica del Prc della Fiat di Melfi, dei dirigenti operai Fiom delle lotte alla Fincantieri di Genova, di esponenti e attivisti di Cub, Cobas e Sincobas. Parallelamente, aggiunge Stefanoni, «la Terza mozione vanta l'adesione di diversi coordinatori dei Giovani Comunisti, impegnati nelle lotte della Scuola».

Quanto a candidature alternative a Bertinotti per ciò che riguarda la segreteria del partito, anche qui la risposta è diversa da quella dell'Ernesto ed Erre. «Quando si presenta una proposta politica e strategica alternativa - afferma Grisolia - bisogna assumersi la responsabilità di proporre un segretario alternativo. Non è una questione personale, ma di coerenza politica. Per questo avanziamo la candidatura di Marco Ferrando a segretario del Prc».

R. A.