Le lotte contro la Moratti all’università di Pisa

Per l’unità di lotta tra ricercatori, studenti, lavoratori

 

 

di Gianmario Foti

 

La lotta di queste settimane contro la “distruzione dell'istruzione” messa in atto dal governo, e in primis contro il ddl Moratti, ha visto la Toscana tra le regioni più attive. La protesta ha avuto due facce: una istituzionale e l'altra spontanea dal basso. La prima ha visto la presa di posizione dei senati accademici delle tre università toscane, oltre che a quella della maggioranza dei consigli di facoltà, molti dei quali hanno deciso il blocco totale della didattica. A Pisa sono inoltre state scelte forme di protesta più simboliche da alcune facoltà, come il fare lezione sotto la Torre (Giurisprudenza) o tenere le sedute di laurea sotto la Loggia dei Banchi (Informatica). Sulla presa di posizione dei Senati Accademici bisogna però sottolineare come la critica sia stata limitata solo all'attuale governo, volendo evitare accuratamente di chiamare in causa le responsabilità dei precedenti governi di centrosinistra. Diverse sono state le posizioni dei movimenti dei ricercatori e degli studenti, che, con alcune differenze, hanno sottolineato come il ddl Moratti e l'istituzione dei percorsi a Y (1+2+2), siano figli della Zecchino-Berlinguer.

La protesta dei ricercatori ha bloccato la partenza di molti corsi, dato il rifiuto di accettare le cattedre che generalmente sono gestite dagli stessi, benché non obbligati da regolamento. La mobilitazione ha comunque trovato il sostegno della maggioranza degli studenti, che hanno compreso le motivazioni e quindi accettato i disagi provocati dalla mancata partenza delle lezioni. A Pisa la settimana tra il 18 e il 23 Ottobre ha visto il susseguirsi di diverse assemblee e iniziative, che però in molti casi non hanno avuto una grande partecipazione studentesca, a dimostrazione del fatto che ancora manca un diffuso coinvolgimento pratico da parte degli studenti stessi, dovuto, nello specifico di Pisa, alla mancanza di una struttura politica che sia un reale punto di riferimento: il Coordinamento dei collettivi non è riuscito a svolgere questo ruolo, anche e soprattutto per la scelta (paura) di non usare determinate parole d'ordine e modalità politiche, in virtù di una scelta esclusivamente movimentista. La mobilitazione ha coinvolto anche il personale Ata, i cui contratti già nel 2001 erano per oltre il 40% atipici e che, con la riforma, vedrà questa percentuale aumentare in maniera esponenziale. Inoltre al S. Anna e alla Normale è in atto la riscrittura degli statuti, dai quali il personale Ata scomparirà totalmente.

La protesta ha vissuto il momento di maggiore intensità nella manifestazione di Firenze del 21 ottobre, a cui hanno partecipato oltre 8000 tra docenti, ricercatori, studenti medi e universitari, sindacati e personale Ata. Il corteo, partito da piazza S. Marco, si è concluso in piazza della Santissima Annunziata, dove si sono susseguiti gli interventi di tutti i gruppi presenti. Il messaggio è stato chiaro: si vuole un nuovo modello di università che non è né quello di Berlinguer, né quello della Moratti, ma un'istruzione gratuita e laica. Consapevoli di ciò, l'intervento dei compagni di Progetto Comunista, e non solo, ha sottolineato come l'alternativa non può essere un ulteriore governo di centrosinistra, ma una lotta autogestita. Inoltre, le battaglie non dovranno essere “settarie” e corporative, cioè non ci dovrà essere la battaglia dei ricercatori, quella degli studenti e così via, ma ci sarà bisogno di una lotta che veda unite tutte queste categorie, nella consapevolezza che sia il nemico sia l'obiettivo sono comuni. E' stata chiara infine l'esigenza di una struttura organizzativa che riesca a tenere alto il livello di conflitto, in modo che la fine dell'autunno non corrisponda con la fine della lotta. Questi temi sono stati ripresi dal Forum nazionale dell'educazione tenutosi sempre a Firenze, che per la prima volta nella storia della scuola ha raggiunto l'accordo tra tutti i sindacati, dalle materne all'università, per uno sciopero generale il 15 Novembre.