Debutta a Roma la nuova forza
dei lavoratori: faremo opposizione al capitalismo
Ferrando, un
partito comunista contro Fausto «Cuore pacifista e corpo alla parata? Folklore»
di Livia Michilli
ROMA - Marco Ferrando non riesce a trattenere la soddisfazione: «Ci hanno dato
dei visionari e invece ecco qua...», dice stendendo lo sguardo sulla sala
gremita del cinema Barberini. Tra pugni alzati e cori inneggianti alla
rivoluzione e alla resistenza, debutta il Partito comunista dei lavoratori:
«Saremo una forza di opposizione anticapitalista». E comunista, appunto, di
nome e di fatto. Perché questo termine, avvisa l’ex leader della minoranza
trotzkista di Rifondazione, «per noi non è un’etichetta elettorale o un’evocazione
nostalgica, ma un programma di trasformazione della società». Ferrando lancia
il guanto di sfida alle sinistre «ostaggio» del governo, che Prodi «ha ragione
a chiamare folkloristiche». Usa il plurale, ma nel mirino c’è soprattutto
Rifondazione, la cui «impotenza e subordinazione politica è stata premiata con
la presidenza della Camera». Gli ex compagni di partito sono vittima di uno
«sdoppiamento tra anima e corpo, tra parole e fatti», così sull’Afghanistan «si
apprestano a votare il rifinanziamento della missione dietro la foglia di fico
del voto di fiducia» e sui Pacs «in cuor loro si dicono favorevolissimi ma poi
sono pronti al compromesso con la coalizione». Insomma, il Prc predica bene ma
razzola male, accusa Ferrando. A cominciare da Bertinotti: «Il massimo si è
raggiunto quando ha dichiarato che con l’anima era ad una manifestazione
pacifista ma disgraziatamente col corpo si trovava sul palco di una parata
militare».
Uscito da Rifondazione per protesta contro la scelta di entrare al governo,
Ferrando non risparmia critiche all’esecutivo «dei poteri forti» messo su da
Prodi e tra gli sghignazzi della platea scorre l’elenco dei ministri: «I
pacifisti hanno D’Alema agli Esteri, i girotondi Mastella alla Giustizia e i
poveri lavoratori si ritrovano Amato, quello delle finanziarie lacrime e
sangue, e Padoa-Schioppa, che è l’espressione antropologica del capitalismo».
Tra applausi e grandi sventolii di bandiere (il simbolo del nuovo partito è una
falce e martello rossa con un globo azzurro sullo sfondo), l’assemblea si
scioglie. Il primo congresso si terrà fra un anno: «Sì, è un’impresa difficile -
sorride Ferrando - ma necessaria e possibile».