Dichiarazione di Progetto
Comunista-Sinistra del PRC
Un nuovo salto di qualità verso destra di Bertinotti
e la capitolazione dell'Ernesto e di Erre- "Sinistra Critica".
La direzione nazionale del PRC del 12
aprile '
Fino ad oggi il paravento dietro a cui
nascondere la politica di collaborazione di classe era la prospettiva della
"alternativa". Oggi anche questo velo cade e, come si suol dire,
"il re è nudo". Pressato dalla situazione oggettiva determinata dalla
stentata "vittoria" elettorale dell'Unione, Bertinotti, temendo il
rischio di "grandi coalizioni", dichiara apertamente che l'asse
strategico dei prossimi anni non è più l'alternativa" ma l'alternanza.
Insomma la modalità bipolare in cui la borghesia organizza il suo dominio
politico. Esattamente quell'alternanza contro cui il PRC dichiarò alla sua
nascita di sorgere, in funzione di "cuore dell'opposizione".
Certo, per Progetto Comunista-Sinistra
del PRC non si tratta di una sorpresa. Ciò che si rivela apertamente è quello
che noi avevamo denunciato da sempre, contrapponendo una prospettiva
programmatica di alternativa di classe e socialista; individuando nella formula
espressa da Bertinotti fin dal 1994 del "compromesso sociale
dinamico" con i settori "avanzati della borghesia", la volontà
strategica, di tipo socialdemocratico, di porsi nell'ambito della
collaborazione di classe.
Ciò si era del resto espresso con
chiarezza durante il periodo della partecipazione alla maggioranza di governo
con il primo Prodi, dal 1996 al 1998, quando Rifondazione aveva appoggiato le
peggiori controriforme antioperaie e antipopolari ( finanziarie "lacrime e
sangue", "pacchetto Treu", istituzione dei CPT per gli
immigrati, diminuzione delle tasse per i ricchi e aumento per i poveri, taglio
delle aliquote sulle rendite finanziarie, liberalizzazioni selvagge,
peggioramento della legge sui fitti delle abitazioni, etc). Le successive
"svolte" a "sinistra" non erano state altro che manovre e
zig-zag funzionali a creare le condizioni del ristabilimento, su un piano più
alto e negativo, della collaborazione con i liberali borghesi (ciò che del
resto Bertinotti stesso espresse nella frase, riferita alla sua rottura con
Prodi nel '98, "A volte per fare due passi avanti bisogna farne uno
indietro").
Per questo abbiamo sempre mantenuto una
costante opposizione programmatica, strategica e anche tattica rispetto alla
maggioranza del PRC. Oggi i fatti , che "hanno la testa dura", danno
pienamente ragione alla più che decennale battaglia contro il riformismo
bertinottiano di Progetto Comunista.
Dobbiamo constatare che proprio nel
momento in cui la politica bertinottiana svela tutto il suo moderatismo , i
gruppi dirigenti delle minoranze "critiche, scelgono di adattarsi ad essa.
Sarebbe stato logico attendersi che i
dirigenti dell'Ernesto e di Erre-Sinistra Critica, riaffermassero oggi le
posizioni argomentate durante il congresso del partito e nelle fasi successive.
E cioè rispettivamente, la necessità di alcuni "paletti
programmatici" e l' appoggio esterno al nuovo governo di centro-sinistra
al posto dell'ingresso organico e , per Erre-Sinistra Critical'opposizione, in
considerazione del programma.
Al contrario essi hanno dimostrato la
vacuità della loro opposizione a Bertinotti e il fatto che noi avevamo
pienamente ragione ad affermare allo congresso del Partito che, se cinque erano
i documenti, due erano le posizioni strategiche a confronto: quella di
Bertinotti e quella di Progetto Comunista.
Così i rappresentanti in direzione
dell'Ernesto hanno addirittura votato a favore del testo della segreteria,
mentre quelli di Erre-sinistra critica si sono astenuti.
Entrambi hanno poi votato contro un
nostro ordine del giorno che chiedeva la convocazione di una conferenza per
delegati per valutare il programma dell'Unione e l'atteggiamento verso di esso
e verso il prossimo governo (e su questa richiesta persino il rappresentante di
Falcemartello si è astenuto).
Cioè si sono opposti alla logica
richiesta che la linea governista del partito venisse sottoposta alla
democratica valutazione degli iscritti, visto che il 41% di essi si erano già
espressi in maniera contraria ad essa nel congresso e che molti di coloro che
avevano votato per il testo di Bertinotti erano stati ingannati dalle promesse
sul contenuto del programma di governo, il ruolo dei movimenti e la
promessa-bidone delle "primarie di programma" (e come ci siano
sviluppi, anche radicali nel pensiero politico di molti che hanno votato per la
mozione uno è dimostrato dal passaggio diretto, in varie situazioni, di
compagni lavoratori e giovani e addirittura di circoli interi che avevano fatto
quella scelta a Progetto Comunista).
Questo conferma il ruolo che è stato
storicamente quello dei gruppi dirigenti di quelle due aree politiche.
Una opposizione burocratica di fatto
non motivata programmaticamente (se non su un astratto terreno identitario) per
quanto riguarda il gruppo dirigente dell'Ernesto. Prova ne sia che esso ha
pienamente avallato nel '96-98 la ricordata politica antioperaia del partito
(oltre che approvando sempre i documenti di maggioranza con un voto specifico
in direzione nazionale a favore del pacchetto Treu).
Quanto ai dirigenti di Erre-Sinistra
Critica essi sono sempre stati maestri nell'oscillazione opportunista.
Ardentemente in maggioranza quando Bertinotti realizzava una strumentale e
ipocrita "svolticchia" a sinistra. Cautamente critici nei momenti più
di destra. Sempre inconseguenti rispetto alle loro affermate posizioni
politiche.
La maggioranza dei compagni e delle
compagne del Partito che si sono schierati con queste due aree
"critiche" lo hanno fatto per contrapporsi con coerenza al riformismo
socialdemocratico di Bertinotti. Devono comprendere, di fronte alla realtà, che
le loro speranze di battaglia politica conseguente vengono oggi apertamente
deluse dai dirigenti dell'Ernesto e di Erre-Sinistra Critica.
Progetto Comunista si rivolge a tutti/e
loro invitandoli a raggrupparsi con noi, al di là di ogni vecchio steccato
congressuale, di area o tradizione. in questo momento decisivo per il futuro
non solo del PRC ma del movimento operaio in quanto tale e della sua
indipendenza dall'avversario di classe. L'opposizione comunista non si può
sciogliere. E insieme tutti i comunisti coerenti potranno e dovranno, senza
adattamenti e opportunismi, costruire nel prossimo futuro l'alterrnativa alla
"rifondazione socialdemocratica governista" di Fausto Bertinotti.
Marco Ferrando
Franco Grisolia
rappresentati nella Direzione Nazionale
del PRC di Progetto Comunista-Sinistra del PRC