Consideriamo grave lo scenario politico dei 14 accordi di governo col Centrosinistra nelle regioni.
Proprio nel momento in cui si presenta un grande spazio sociale e politico per inserirci nella crisi del Centrosinistra e dei D.S. ai fini di costruzione di una forza autonoma di classe e di rilancio dell'iniziativa di massa, la maggioranza dirigente del PRC riapre al Centrosinistra e produce contraddizioni profonde nel partito.
Nel merito gli accordi siglati configurano una subordinazione del PRC e delle sue ragioni di classe a un personale politico-amministrativo di Centrosinistra che, anche sul piano locale, è rappresentante dei poteri forti della società e strumento di gestione delle loro politiche e dei loro affari. Le generiche concessioni letterarie di tipo "programmatico" che il Centrosinistra ha elargito hanno avuto e hanno come unico fine quello di conquistare la subordinazione concreta del PRC offrendo un paravento simbolico.
Ma soprattutto 14 accordi di governo rivelano e preparano secondo ogni
evidenza la prospettiva di ricomposizione politica complessiva col Centrosinistra
sul piano nazionale in occasione delle elezioni del prossimo anno.
Negare questa evidenza è uno sforzo improbo e vano. Purtroppo
parlano i fatti. 14 accordi di governo, a copertura della quasi integrità
del territorio nazionale, rappresentano di per sé già oggi
un fatto politico complessivo che segna la dislocazione del PRC come ala
sinistra del Centrosinistra pressoché in tutta Italia. E' una scelta
incomprensibile fuori dalla ricerca di un accordo programmatico e di governo
col Centrosinistra per la prossima legislatura.
La nostra preoccupazione è dunque assai forte.
Siamo convinti che la prospettiva di una nuova rimozione dell'opposizione
comunista in Italia, di un ritorno del PRC nella maggioranza di governo,
sarebbe disastroso per i lavoratori e le lavoratrici e distruttivo per
il PRC.
Questa nuova svolta -oggi di fatto avviata- va dunque bloccata, e per
tempo, col concorso più largo dei compagni e delle compagne del
partito, al di là di ogni steccato congressuale.
Dopo la necessaria campagna elettorale si renderà inevitabile una chiarificazione interna sulla prospettiva politica e una verifica democratica della volontà del partito.
MARCO FERRANDO, IVANA AGLIETTI, CLAUDIO BELLOTTI, VITO BISCEGLIE,
ANNA CEPRANO, FRANCO GRISOLIA, LUIGI IZZO, MATTEO MALERBA,
FRANCESCO RICCI, MICHELE TERRA
(MEMBRI DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PRC)
Roma, 26 febbraio 2000