ORDINE DEL GIORNO DI MINORANZA PRESENTATO AL COORDINAMENTO NAZIONALE DEI GIOVANI COMUNISTI IL 10 OTTOBRE 1999



Quello che segue è l'ODG presentato dai compagni di Progetto Comunista al CN dei GC del 10 ottobre e che ha ricevuto tre voti (gli altri compagni di Progetto erano impossibilitati a partecipare)
       I compagni di maggioranza hanno presentato una brevissima mozione che assumeva in breve il programma di azione dei GC per i prossimi mesi e che non è altro che una rimasticatura giovanilistica del programma presentato in DN. I compagni di Bandiera Rossa, dopo un tentativo di non far mettere in votazione contrapposta i due documenti, con qualche imbarazzo hanno votato quello di maggioranza, continuando così la loro politica di capitolazione di fronte alla direzione riformista del PRC e dei GC.
                                                             Alberto Madoglio (Esecutivo Nazionale GC).
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       La nuova stagione politica italiana si apre con una situazione che vede un perdurare dell'attacco concentrico di Governo e borghesia contro i lavoratori e i giovani del paese.
       La Finanziaria 2000, una finanziaria per la prima volta di sinistra, come da parte della stampa borghese si vorrebbe far credere, in realtà non rompe con le politiche economiche del passato: continui tagli allo stato sociale, poste, ferrovie, sanità, scuola, una sempre più accentuata linea di incentivi fiscali alle imprese, sono il carattere principale della manovra economica del governo, all'interno della quale il cosiddetto taglio alle pensioni d'oro (circa 3000 lire in meno al mese per pensioni di 130 milioni all'anno) non è altro che una beffa nei confronti dei lavoratori.
       Anche il quadro più generale in cui la finanziaria si inserisce risulta via via sempre più chiaro.
       La riforma Berlinguer giunta finalmente a definizione, riscrive un sistema scolastico in cui l'istruzione è completamente subordinata agli interessi delle imprese, e ad essa si collega il tentativo del ministro Zecchino di estendere questo processo alle Università, con l'introduzione del numero chiuso e con il tentativo di impedire il libero accesso di tutti gli studenti alle facoltà universitarie.
       Nel campo del lavoro, la Confindustria non si accontenta degli strumenti oggi a sua disposizione che rendono ormai di fatto eliminata la garanzia del posto di lavoro fisso (secondo dati ISTAT il 70% dei nuovi posti di lavoro sono a tempo determinato o atipici), ma chiede una sempre più esasperata flessibilità, rivendicando la piena libertà di licenziamento e, con la pretesa di Fossa di eliminare il livello di contrattazione economica aziendale, una più marcata moderazione salariale.
       Funzionale a questa situazione, la riforma dell'esercito con la creazione di un corpo di militari professionisti, non crea solo uno strumento più agile per le operazioni di pirateria internazionale dell'imperialismo nostrano, ma anche uno strumento più
       controllabile in caso di un suo utilizzo interno contro le classi sfruttate.
       Se questa è la situazione che si è venuta a creare, la risposta che i comunisti devono dare deve essere altrettanto forte.
       Contro una politica che fa dell'iperliberismo il suo asse centrale, è necessario per i comunisti non rimanere sulla difensiva cercando di fermare i singoli provvedimenti con una logica di intervento settoriale, ma che si facciano promotori di una risposta complessiva che, partendo dagli interessi generali ed immediati degli studenti, dei lavoratori e dei disoccupati,(scala mobile orario di lavoro, salario garantito ai disoccupati, trasformazione dei contratti di lavoro atipici in contratti a tempo indeterminato, aumento salariale generalizzato per recuperare il potere d'acqusto perso negli anni, ecc.) ponga come unica via di sbocco una alternativa anticapitalista di sistema.
       Ed è in quest'ottica che la proposta di una vertenza generale dei lavoratori deve essere posta.
       Per far ciò deve essere però fatta chiarezza nella azione politica del PRC.
       Per questo motivo il CN dei GC chiede che il partito rifiuti già da ora come impraticabile, ogni proposta di accordo politico col centro sinistra per le elezioni regionali del 2000.
       Questo accordo, lungi dall'avere una valenza puramente locale, verrebbe inteso da milioni di lavoratori come un mero accordo di potere, senza nessuna possibilità di reale modifica delle politiche antioperaie messe in campo dalla coalizione ulivista: ciò che le giunte di Roma, Napoli e del Lazio hanno fatto in questi anni, vale più di mille proclami e dibatti del nostro partito.
       Soltanto proporre il PRC come polo alternativo ai poli dell'alternanza borghese, renderebbe poi credibile le nostre proposte di mobilitazione delle masse.
       Se tra i vari settori del proletariato italiano i giovani sono quelli destinati a giocare un ruolo di protagonisti di primo piano, è
       ovvio che anche i GC devono essere uno strumento adeguato ai compiti.
       A due anni dalla conferenza di Chianciano tutte le linee d'ombra sul reale ruolo dell'organizzazione all'interno del Partito devono essere dissolte.
       Se si vuole evitare che nel prossimo periodo i GC non siano in grado di giocare un ruolo decisivo da protagonisti tra le giovani generazioni, è indispensabile che il PRC modifichi il suo atteggiamento verso questa struttura: quello che il CN dei GC esige è un pieno e reale investimento politico e finanziario del Partito verso l'organizzazione a tutti i livelli, centrale e di federazione, se si vuole che i GC non rimangano una scatola vuota da utilizzare solo in momenti istituzionali, ma possano essere uno strumento per la costruzione di una forza comunista che abbia tra le giovani generazioni uno dei suoi assi centrali.
       Come primo passo in questa direzione il CN dei GC chiede che sulle pagine di Liberazione venga riservato uno spazio per far sì che il dibattito dei giovani sia patrimonio di tutti gli iscritti e non sia invece relegato alle discussioni mensili di questa struttura, che si preveda un investimento finanziario per far sì che le commissioni di lavoro previste possano realmente vedere una ampia e capillare partecipazione dei giovani iscritti, cosa che fino ad oggi non è stata purtroppo possibile.