Quello che segue è l'ODG presentato dai compagni di Progetto
Comunista al CN dei GC del 10 ottobre e che ha ricevuto tre voti (gli altri
compagni di Progetto erano impossibilitati a partecipare)
I compagni di maggioranza hanno
presentato una brevissima mozione che assumeva in breve il programma di
azione dei GC per i prossimi mesi e che non è altro che una rimasticatura
giovanilistica del programma presentato in DN. I compagni di Bandiera Rossa,
dopo un tentativo di non far mettere in votazione contrapposta i due documenti,
con qualche imbarazzo hanno votato quello di maggioranza, continuando così
la loro politica di capitolazione di fronte alla direzione riformista del
PRC e dei GC.
Alberto Madoglio (Esecutivo Nazionale GC).
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La nuova stagione politica italiana
si apre con una situazione che vede un perdurare dell'attacco concentrico
di Governo e borghesia contro i lavoratori e i giovani del paese.
La Finanziaria 2000, una finanziaria
per la prima volta di sinistra, come da parte della stampa borghese si
vorrebbe far credere, in realtà non rompe con le politiche economiche
del passato: continui tagli allo stato sociale, poste, ferrovie, sanità,
scuola, una sempre più accentuata linea di incentivi fiscali alle
imprese, sono il carattere principale della manovra economica del governo,
all'interno della quale il cosiddetto taglio alle pensioni d'oro (circa
3000 lire in meno al mese per pensioni di 130 milioni all'anno) non è
altro che una beffa nei confronti dei lavoratori.
Anche il quadro più generale
in cui la finanziaria si inserisce risulta via via sempre più chiaro.
La riforma Berlinguer giunta finalmente
a definizione, riscrive un sistema scolastico in cui l'istruzione è
completamente subordinata agli interessi delle imprese, e ad essa si collega
il tentativo del ministro Zecchino di estendere questo processo alle Università,
con l'introduzione del numero chiuso e con il tentativo di impedire il
libero accesso di tutti gli studenti alle facoltà universitarie.
Nel campo del lavoro, la Confindustria
non si accontenta degli strumenti oggi a sua disposizione che rendono ormai
di fatto eliminata la garanzia del posto di lavoro fisso (secondo dati
ISTAT il 70% dei nuovi posti di lavoro sono a tempo determinato o atipici),
ma chiede una sempre più esasperata flessibilità, rivendicando
la piena libertà di licenziamento e, con la pretesa di Fossa di
eliminare il livello di contrattazione economica aziendale, una più
marcata moderazione salariale.
Funzionale a questa situazione,
la riforma dell'esercito con la creazione di un corpo di militari professionisti,
non crea solo uno strumento più agile per le operazioni di pirateria
internazionale dell'imperialismo nostrano, ma anche uno strumento più
controllabile in caso di un suo
utilizzo interno contro le classi sfruttate.
Se questa è la situazione
che si è venuta a creare, la risposta che i comunisti devono dare
deve essere altrettanto forte.
Contro una politica che fa dell'iperliberismo
il suo asse centrale, è necessario per i comunisti non rimanere
sulla difensiva cercando di fermare i singoli provvedimenti con una logica
di intervento settoriale, ma che si facciano promotori di una risposta
complessiva che, partendo dagli interessi generali ed immediati degli studenti,
dei lavoratori e dei disoccupati,(scala mobile orario di lavoro, salario
garantito ai disoccupati, trasformazione dei contratti di lavoro atipici
in contratti a tempo indeterminato, aumento salariale generalizzato per
recuperare il potere d'acqusto perso negli anni, ecc.) ponga come unica
via di sbocco una alternativa anticapitalista di sistema.
Ed è in quest'ottica che
la proposta di una vertenza generale dei lavoratori deve essere posta.
Per far ciò deve essere
però fatta chiarezza nella azione politica del PRC.
Per questo motivo il CN dei GC
chiede che il partito rifiuti già da ora come impraticabile, ogni
proposta di accordo politico col centro sinistra per le elezioni regionali
del 2000.
Questo accordo, lungi dall'avere
una valenza puramente locale, verrebbe inteso da milioni di lavoratori
come un mero accordo di potere, senza nessuna possibilità di reale
modifica delle politiche antioperaie messe in campo dalla coalizione ulivista:
ciò che le giunte di Roma, Napoli e del Lazio hanno fatto in questi
anni, vale più di mille proclami e dibatti del nostro partito.
Soltanto proporre il PRC come
polo alternativo ai poli dell'alternanza borghese, renderebbe poi credibile
le nostre proposte di mobilitazione delle masse.
Se tra i vari settori del proletariato
italiano i giovani sono quelli destinati a giocare un ruolo di protagonisti
di primo piano, è
ovvio che anche i GC devono essere
uno strumento adeguato ai compiti.
A due anni dalla conferenza di
Chianciano tutte le linee d'ombra sul reale ruolo dell'organizzazione all'interno
del Partito devono essere dissolte.
Se si vuole evitare che nel prossimo
periodo i GC non siano in grado di giocare un ruolo decisivo da protagonisti
tra le giovani generazioni, è indispensabile che il PRC modifichi
il suo atteggiamento verso questa struttura: quello che il CN dei GC esige
è un pieno e reale investimento politico e finanziario del Partito
verso l'organizzazione a tutti i livelli, centrale e di federazione, se
si vuole che i GC non rimangano una scatola vuota da utilizzare solo in
momenti istituzionali, ma possano essere uno strumento per la costruzione
di una forza comunista che abbia tra le giovani generazioni uno dei suoi
assi centrali.
Come primo passo in questa direzione
il CN dei GC chiede che sulle pagine di Liberazione venga riservato uno
spazio per far sì che il dibattito dei giovani sia patrimonio di
tutti gli iscritti e non sia invece relegato alle discussioni mensili di
questa struttura, che si preveda un investimento finanziario per far sì
che le commissioni di lavoro previste possano realmente vedere una ampia
e capillare partecipazione dei giovani iscritti, cosa che fino ad oggi
non è stata purtroppo possibile.